INTERVISTE
12 maggio 2023

Fibromialgia: una malattia cronica che può interessare le articolazioni temporomandibolari

Patrizia Biancucci

Oggi è la giornata mondiale della fibromialgia, una malattia cronica non evolutiva caratterizzata da un dolore diffuso, stanchezza e disturbi del sonno. Interessando anche le articolazioni temporomandibolari, questa patologia può essere individuata dall'odontoiatra che può fungere da “sentinella” nell’intercettazione e nel dirigere il paziente verso uno specialista. In merito a questo argomento abbiamo intervistato la dott.ssa Maria Clemente, anestesista, da decenni terapista del dolore.

Cos’è la fibromialgia?
Una malattia cronica non evolutiva, però cronica quindi caratterizzata da un dolore diffusissimo, stanchezza, disturbi gastrointestinali, disturbi del sonno che rendono difficile affrontare la giornata. Queste sono le caratteristiche principali della fibromialgia, sintomi che accompagnano tutta la vita del paziente. È una malattia che colpisce soprattutto le donne con numeri abbastanza importanti, si calcola che interessi più o meno il 2% della popolazione.

Sa indicarci in che percentuale sono interessate le due articolazioni temporomandibolari?
 
No, non ci sono dati. Per questo stiamo cercando in questi anni di ottenere un registro sulla fibromialgia. Finora è stata misconosciuta, trattata in vari settori della medicina e in vari modi. Attualmente stiamo cercando di ottenere un registro per annotare i vari sintomi che si manifestano.

Il dentista in qualche modo potrebbe intervenire e intercettare questo tipo di malattia?
Sì, può essere assolutamente in grado di intercettarla. Perché quando si manifesta un problema della ATM senza particolari lesioni della stessa, ma dovuta a una contrattura muscolare, una tensione muscolare e se accompagnata anche da altri dolori, questo dovrebbe esser un campanello d’allarme.

Il dentista può diventare quello che noi definiamo un dentista sentinella perché è quello che vede più spesso i pazienti anche in modo continuativo per diversi motivi?
Sì assolutamente.

Le risulta che si faccia molta ricerca rispetto a questa malattia che sembra più figlia del nostro tempo?
Figlia del nostro tempo perché si fa più diagnosi. Ci sono molti studi scientifici aperti.

Quindi possiamo ben sperare. Come si trattano i pazienti al momento? Lei come li tratta?
Con un insieme di terapie che funzionano. Si trattano farmacologicamente prima di tutto con integratori mirati, appositi. Dopodiché c’è lo step con i farmaci, come gli anticompulsivanti ad esempio e altri. Poi si associa l’auricoloterapia o altre tecniche complementari, quali l’agopuntura e la riflessologia e le tecniche di autocontrollo.

I risultati?
I risultati sono ottimi. Per questo è importante intercettare la malattia precocemente: prima il paziente è trattato migliori sono i risultati.

Ce lo auguriamo. Perché i pazienti con fibromialgia rischiano ancora di non essere creduti.

 

Immagine by Freepik

Advertising
Advertising
Advertising
Advertising
Advertising