ATTUALITÀ
07 marzo 2025

La resistenza agli antibiotici rappresenta attualmente una minaccia globale per la salute individuale e pubblica

Biancucci P.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti, ogni anno 700 mila persone nel mondo muoiono a causa di un’infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici; di queste, secondo le stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, 33 mila si registrano in Europa e oltre 10 mila riguardano il nostro Paese.

Esiste una relazione certa tra il consumo eccessivo e inappropriato di antibiotici e l’insorgenza del fenomeno della resistenza, presente sia nel mondo umano sia nel mondo animale. Fu Alexander Fleming, scopritore della penicillina nel 1928, a lanciare per primo l’allarme quando venne insignito del premio Nobel del 1945, ipotizzando nel suo discorso che se la penicillina fosse stata utilizzata in modo scorretto, si sarebbe corso il rischio di perdita della sua efficacia. Anche l’Unione Europea, impegnata da molti anni a combattere il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, nel 2017 mette a punto il nuovo Piano d’azione per contrastare l’antibiotico-resistenza, basato su un approccio “One Health” che considera in modo integrato la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente.

Negli anni passati spesso in ambito medico e odontoiatrico si è abusato degli antibiotici prescrivendoli anche qualora non vi fossero reali indicazioni, talvolta anche solo per accontentare le aspettative dei pazienti. Questi comportamenti hanno contribuito allo sviluppo delle resistenze batteriche agli antibiotici, e anche i dentisti hanno le loro responsabilità considerando che prescrivono almeno il 10% degli antibiotici totali consumati dagli esseri umani.

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a marzo 2025 ha pubblicato il suo rapporto annuale sull’uso degli antibiotici riferito al 2023, rivelando che i consumi di antibiotici sono aumentati, soprattutto nel Sud Italia, del 5,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente, con picchi del 40% nei mesi invernali, confermando un uso inappropriato contro virus influenzali e para-influenzali, contro i quali gli antibiotici sono inefficaci. Anche il consumo di antibiotici per uso locale è aumentato del 4,3%. Di pari passo sono aumentate le resistenze batteriche, vale a dire la resistenza del batterio indipendentemente dal soggetto infettato.

Da non sottovalutare i maggiori costi economici dell’antibiotico-resistenza, determinati dalle disabilità che si cronicizzano, dalle degenze più lunghe e dall’acquisto di antibiotici più cari, che secondo l’OCSE costerà all’Italia 11 miliardi di euro entro il 2050. L’allarme arriva direttamente da Robert Nisticò, presidente AIFA, che si è così espresso durante la conferenza stampa di presentazione del Rapporto Antibiotici «L’antibiotico-resistenza è una pandemia silente che secondo le ultime stime dell’ECDC (centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) non solo provoca 12mila morti l’anno nel nostro Paese, ma genera anche danni economici, che solo sul nostro SSN, secondo le stime della stessa Agenzia europea, impatta per 2,4 miliardi di costo annuo, con 2,7 milioni di posti letto occupati a causa di queste infezioni. Se non si interviene, questo fenomeno diventerà la prima causa di morte in Italia nel 2050. Per questo dinanzi a questa emergenza è necessario un approccio globale, che da un lato promuova un uso consapevole degli antibiotici, anche in ambito veterinario, e che dall’altro rafforzi l’azione di prevenzione soprattutto in ambito ospedaliero, dove i batteri resistenti agli antibiotici sono ampiamente più diffusi. Questo senza trascurare, attraverso incentivi e semplificazioni sul piano regolatorio, la ricerca di nuovi farmaci antimicrobici capaci di aggirare le attuali resistenze. All’orizzonte vediamo nuovi antibiotici in arrivo, ma non basta».

Ciò vuol dire che se gli antibiotici non funzionassero più, le procedure mediche comuni come trapianti di organi, chemioterapia antitumorale, terapia intensiva e altre procedure mediche, incluse alcune cure odontoiatriche, non sarebbero più possibili. Le malattie batteriche si diffonderebbero e potrebbero non essere curabili neanche con antibiotici di ultima generazione, e i pazienti morirebbero a causa delle infezioni.

Immagine di copertina by Aifa.

Advertising
Advertising
Advertising
Advertising
Advertising