ATTUALITÀ
19 luglio 2024

Focus sui dentifrici: perché talvolta “less is more” (meno è meglio)?

Dr.ssa Lina Gassner Kanters

Introduzione
Diversi studi dimostrano che solitamente i dentisti non parlano di dentifricio ai loro pazienti: piuttosto, sono quest’ultimi a sollevare l’argomento. Quando i pazienti non hanno particolari problemi, si tende a dire: “purché contenga fluoro, potete usare il dentifricio che preferite”. Ma è davvero così semplice? Ecco alcune cose da considerare su aromi, agenti schiumogeni e coloranti quando si parla di dentifricio ai pazienti.

La menta è sempre semplicemente rinfrescante?
Oltre a contenere principi attivi come il fluoro per la prevenzione della carie, il dentifricio serve anche a procurare a chi lo utilizza una sensazione di freschezza attraverso l’aggiunta di aromi. Gli aromi, spesso mentolati o fruttati, vengono aggiunti non solo per il loro profumo e la sensazione di freschezza che forniscono, ma anche per mascherare il sapore sgradevole di alcuni ingredienti, come i tensioattivi.
La menta nel dentifricio è spesso una miscela di diversi aromi mentolati, come menta piperita, menta verde, menta dei campi e mentolo. La concentrazione di questi aromi può variare notevolmente. Tuttavia, la menta non è rinfrescante per tutti: infatti, aromi e profumi sono tra gli allergeni più comuni. Alcune persone sono in realtà allergiche al carvone, una sostanza chimica organica presente in molti oli essenziali, ma soprattutto nella menta verde. Sono state segnalate reazioni al contatto orale o periorale ed è stato stabilito un collegamento tra la menta verde e il lichen planus orale.

 

Inoltre, le persone la cui produzione di saliva è ridotta o la cui mucosa orale è ulcerata, come coloro che assumono numerosi farmaci o che sono sottoposti a radioterapia, traggono maggiori benefici da un dentifricio con pochissimo aroma o addirittura senza aroma. Studi scientifici dimostrano che i bambini hanno una maggiore densità di papille gustative in bocca e sono generalmente più sensibili ai sapori intensi. Tuttavia, all’età di 11-12 anni, il numero, la forma e la crescita delle papille si sono stabilizzati. Per i bambini fino a 12 anni, è quindi opportuno consigliare un dentifricio delicato, ad esempio con un leggero sapore di menta, preferibilmente diverso dalla menta verde. I bambini con disturbo dello spettro autistico presentano anche una sensibilità maggiore al gusto e alla texture. Alla luce di questi fatti, domanda e necessità di dentifrici non aromatizzati si confermano.

 

Il dentifricio deve essere per forza bianco e lucido?
Ultimamente, il biossido di titanio è stato oggetto di molti dibattiti in quanto ingrediente del dentifricio. Serve a rendere bianco il dentifricio ed è ampiamente utilizzato come colorante alimentare, nelle vernici, creme solari e molto altro, con una produzione mondiale di 4.800 tonnellate nel 2022. Il motivo per cui è stato messo alla ribalta è la sua possibile tossicità. Studi recenti su nanoparticelle di biossido di titanio somministrate per via orale indicano che queste particelle possono effettivamente avere effetti tossici. L’esposizione orale ripetuta a queste particelle può portare a un accumulo a lungo termine nei tessuti. Nei bambini piccoli, è il dentifricio che contribuisce maggiormente (57%) all’assorbimento del biossido di titanio, ed è per questo che il dibattito si è concentrato soprattutto sui dentifrici per bambini. In effetti, non esiste un effettivo bisogno del biossido di titanio nel dentifricio. L’argilla bianca kaolin, un’argilla minerale composta principalmente da caolinite o silicato, può aiutare a pulire i denti. Ecco perché è un ottimo ingrediente sostitutivo del biossido di titanio nei dentifrici.

La schiuma significa denti più puliti?
La schiuma può dare un’impressione di maggiore detersione, ma la schiuma stessa non pulisce; ne sono responsabili altri ingredienti, come l’acido silicico o la già citata argilla bianca kaolin. Un dentifricio poco o non schiumogeno funziona altrettanto bene. Infatti, un eccesso di schiuma può essere sgradevole per il paziente; inoltre, avere la bocca piena di schiuma può incoraggiare un abbondante risciacquo dopo lo spazzolamento, cosa sconsigliata.
Per i bambini, il dentifricio non schiumogeno presenta numerosi vantaggi: i più piccoli non corrono il rischio di soffocare o di sentirsi sopraffatti dalla quantità di schiuma. Inoltre, con meno schiuma, i bambini non sentono il bisogno di sputare spesso, permettendo loro di lavarsi i denti più a lungo. I genitori avranno anche una migliore visibilità dei denti quando la quantità di schiuma non li nasconde. Il sodio lauril solfato (SLS) è un agente schiumogeno presente nella maggior parte dei dentifrici. L’SLS è noto per i suoi effetti irritanti; la desquamazione, l’irritazione o l’infiammazione della mucosa orale o della lingua, le ulcerazioni e le reazioni tossiche sono tra i possibili effetti avversi dell’SLS. Nelle persone che soffrono di dermatiti, allergie o malattie autoimmuni, la mucosa orale è spesso sensibile. L’SLS penetra anche nelle papille gustative e interferisce con la percezione del gusto. Inoltre, gli studi dimostrano che l’utilizzo di un dentifricio senza SLS è vantaggioso per le persone con stomatite aftosa ricorrente. Senza SLS, le ulcere guariscono più velocemente e sono meno dolorose.

In sintesi, è preferibile consigliare un dentifricio senza agenti schiumogeni o con un agente schiumogeno più delicato dell’SLS, come la cocamidopropil betaina.

In conclusione
In conclusione, per quanto riguarda prima infanzia, bambini e persone molto sensibili, qualunque sia la loro età, è comunque bene consigliare un dentifricio al fluoro dal sapore delicato o senza aromi aggiuntivi, senza SLS e senza biossido di titanio.

Riferimenti bibliografici

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Foto di copertina by Pixel-Shot/AdobeStock.

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