ATTUALITÀ
22 maggio 2023

Collaborazione del piccolo paziente: una sfida sempre aperta

Sara R. Arcari

La gestione del comportamento del piccolo paziente è un’arte oltre che una scienza, è la “conditio sine qua non” per portare a termine un trattamento odontoiatrico. Si può essere i migliori professionisti dal punto di vista tecnico nel riprodurre, ad esempio, le cuspidi dei molari decidui, ma le capacità operative poco contano se non si è ottenuta la collaborazione del bambino.

La sensibilità e la paura del paziente pediatrico nei confronti dell’intervento odontoiatrico possono alle volte essere talmente importanti da ostacolare la terapia. Diversi studi hanno messo in luce come la percentuale di bambini che presenta ansia da trattamento odontoiatrico sia molto elevata e aumenti al diminuire dell’età. Ciò purtroppo significa maggior negligenza nella cura della propria salute orale nell’età adulta. Far vivere un’esperienza positiva in età pediatrica è quindi fondamentale e si traduce, in primis, in un’adeguata comunicazione da parte dell’odontoiatra, coinvolgendo i più piccoli in un gioco: ad esempio risulta utile far prendere sembianze di personaggi magici ai nostri strumenti di lavoro. Via libera alla creatività e alla fantasia, focalizzandosi sul singolo paziente.

Il dentista che si prende cura dei bambini è un valido psicologo, capace di trasformarsi per l’occasione in un super-eroe, i cui super-poteri sono gli strumenti che lo circondano. Tutto il team odontoiatrico è idoneamente formato e ben predisposto all’accoglienza dei bambini e dei loro “caregivers”. L’ambiente odontoiatrico gioca anch’esso un ruolo importante: disegni alle pareti, un’area riservata ai piccoli, camici da lavoro colorati, strumenti audiovisivi, sono tutti dettagli importanti che aiutano a ben predisporre il bambino alla seduta odontoiatrica e a ottenere una maggior collaborazione. Il piccolo paziente si sente così in un luogo accogliente e familiare: le tracce di memoria impresse da esperienze positive devono accompagnare l’incontro del bambino con l’odontoiatra, in modo da creare un imprinting favorevole, e nuove generazioni libere dalla paura del dentista.

Le tecniche di gestione del comportamento sono quindi fondamentali e il professionista ricorre a quelle che gli sono più congeniali e che giudica le migliori per quel particolare bambino, al fine di ottenere complicità e fiducia. La tecnica tell-show-do si attesta ancora oggi come la più utilizzata e apprezzata dagli odontoiatri, oltre che dai genitori. Questi ultimi sono importantissimi, in quanto punto di riferimento nella vita di ogni bambino; la ricerca scientifica ha dimostrato ampiamente come l’ansia sia trasmissibile alla prole, ragione per cui è opportuno istruire i genitori sul comportamento da tenere in ambiente odontoiatrico. Devono essere complici dell’odontoiatra nel creare un’adeguata “coscienza odontoiatrica” nel proprio figlio, libero di vivere serenamente la propria esperienza, senza la paura e l’ansia che possono avere i suoi genitori.

I cambiamenti nella società avvenuti negli ultimi decenni hanno evidenziato come i genitori siano più inclini ad accettare misure “delicate” per gestire il comportamento dei propri figli, con un netto rifiuto per i metodi coercitivi appartenuti al passato. Tra le tecniche gradite, una menzione speciale merita l’analgesia relativa secondo Langa, ovvero un’eccellente tecnica “dolce” di gestione del comportamento dove il paziente, cosciente e più collaborante, inala una miscela gassosa composta da alte percentuali di ossigeno e basse percentuali di protossido d’azoto. Il risultato è una buona ansiolisi e una blanda analgesia, centrando due degli obiettivi principali ricercati nel trattare i piccoli pazienti. Ottima la sinergia con l’anestetico locale, qualora sia necessario al trattamento. Non esiste in realtà una ricetta adattabile a tutti i piccoli pazienti! Tuttavia, la “sedazione psicologica” è un elemento basilare per ottenere collaborazione, e la si attua con pazienza, comunicazione idonea, empatia, sorrisi, disponibilità, linguaggio verbale e non verbale.

La sfida, in odontoiatria pediatrica, si vince avendo cura dell’emotività dei piccoli pazienti: prima il paziente, poi i suoi dentini!

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