ATTUALITÀ
22 novembre 2024

Operatore umano vs tecnologia e intelligenza artificiale

Patrizia Gatto

Nel 2024, partecipando a numerosi congressi di qualsivoglia specialità odontoiatrica, almeno una relazione è stata dedicata all’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) e della robotica in tutti gli ambiti della vita e della pratica quotidiana odontoiatrica.

L’IA entrerà “prepotente” nelle attività lavorative e mediche, e molto è già effettivamente attivo oggi. Mi riferisco ad esempio al robot in grado di compiere le attività di sterilizzazione (tra l’altro prodotto in Italia), mentre è già inserita in molti gestionali la segretaria digitale. Niente di strano: in altri settori l’IA e la robotica funzionano perfettamente e mi riferisco alle centraliniste di alcune banche, assolutamente efficienti e ad alcuni robot camerieri che ho conosciuto in Polonia, entrambi in grado di svolgere con efficienza il loro lavoro.

Il segreto del loro buon funzionamento è fornire alla IA più dati possibili e quando c’è un errore “istruirli” alla correzione, che implementa sempre di più le loro capacità e la marginalità all’errore. Una segretaria digitale attiva 24 ore su 24 è in grado di rispondere su qualsiasi specialità odontoiatrica, gestire le emergenze, riformulare l’agenda per l’odontoiatra di riferimento, fornendogli le informazioni ricevute. Una segretaria che potenzialmente conosce tutto dell’odontoiatria se istruita al meglio. Chi altri? Come risponde Michele Rossini, in una recente intervista pubblicata su Dental Tribune di Novembre, l’intento non è eliminare i lavoratori e diminuire i costi, ma avvantaggiarsi in efficienza e lasciare agli esseri umani attività di più alto valore. Il valore dell’umanità.

Alcuni studiosi, scrittori e filosofi odierni, che non rinnegano il valore della tecnologia, mettono però in guardia dall’opportunità alla lunga di generare nuove realtà che ridurranno in schiavitù gli esseri umani o a me piace dire che, nell’evoluzione della specie, ci ritroveremo a quello che toccò alle scimmie. Questi stessi autori rispolverano grandi filosofi del passato quali Bergson e Pascal riferendosi alla complessità della mente umana che non si limita all’intelletto (assolutamente superabile dall’IA) ma è soprattutto intuito, a cui l’intelletto è gerarchicamente inferiore.

L’intuito è in grado di farci percepire la realtà in sé, intesa come ambiente e circostanze, in un modo globale unico e creativo, per poter fornire quell’unica cura per quell’unico paziente. Empatia e intelligenza emotiva, utilizzata persino dagli alti vertici delle forze armate, sono per ora capacità umane straordinarie, mentre il quoziente intellettuale umano purtroppo potrà solo cedere il passo all’IA.

Advertising
Advertising
Advertising
Advertising
Advertising