ATTUALITÀ
28 marzo 2025

⁠Riforma CCEPS: subito esecutive sanzioni ordinistiche

Biancucci P.

Da molti anni c’è una questione incresciosa che mette in crisi il concetto di “legalità”, passata troppo spesso nel silenzio delle Istituzioni: parliamo della CCEPS, la Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie, alla quale i medici e gli odontoiatri sanzionati dal proprio Ordine provinciale possono fare ricorso per vedersi confermare o annullare la sanzione disciplinare.

Istituita dal Ministero della Salute, con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, la CCEPS è così la definita “un organo di giurisdizione speciale, istituito presso il Ministero della Salute. La Commissione Centrale esercita il potere disciplinare nei confronti dei propri componenti appartenenti alle professioni sanitarie e dei componenti i Comitati centrali delle Federazioni nazionali. La Commissione Centrale è preposta all’esame dei ricorsi presentati dai professionisti sanitari contro i provvedimenti dei rispettivi Ordini e Collegi professionali in determinate materie (iscrizione e cancellazione dall’albo, provvedimenti disciplinari di competenza delle Commissioni d’albo, operazioni elettorali). Contro le decisioni della Commissione centrale è ammesso ricorso alle sezioni unite della Corte di Cassazione per motivi attinenti alla giurisdizione e per violazione di legge ai sensi dell’art. 111 della Costituzione”.

Come componente della CAO, Commissione Albo Odontoiatri dell’OMCeO Torino, dal lontano 2009 posso a ragione testimoniare la quasi totale inefficienza dell’attività CCEPS protratta negli anni, ad ulteriore dimostrazione della preoccupante crisi legata al concetto di legalità, dove il tempo tra l’illecito commesso e il giudizio sanzionatorio può allungarsi fino a molti anni, mentre chi è stato sanzionato in modo pesante dal proprio Ordine (sospensione dell’attività professionale per diversi mesi o peggio ancora radiazione) continua a lavorare e in molti casi a reiterare l’errore, a tutto discapito degli ignari pazienti.

Tra i casi più recenti c’è quello della paziente “sfigurata” da un medico iscritto all’Ordine di Bologna che le aveva effettuato interventi estetici con filler acquistati in Asia a cui è seguita la sanzione disciplinare da parte del proprio Ordine. La vicenda è finita sul Corriere della Sera di Bologna, che ha informato di altri quattro pazienti sui quali lo stesso medico aveva usato sostanze contraffatte, o addirittura vietate, provocando così gravi danni fisici e per i quali era già stato sospeso dall’Ordine di Bologna nel 2016. Il medico a questo punto, come nel suo diritto, ha fatto il fatidico ricorso alla CCEPS ottenendo immediatamente la sospensione del provvedimento disciplinare in attesa del pronunciamento della Commissione stessa. Peccato che la Commissione dal 2021 sembra si sia riunita solo 3/4 volte, mentre nel 2024 è rimasta completamente inattiva.

Per quanto riguarda l’arretrato dei ricorsi in attesa di giudizio la Commissione in carica nel quadriennio 2016/2020, scaduta a dicembre 2020, ha lasciato oltre 400 ricorsi da trattare. Fino alla sua ricostituzione nel gennaio 2021, la Commissione non si è potuta riunire, accumulando ulteriore arretrato che complessivamente, a oggi, conta 896 ricorsi pendenti (di cui oltre 600 maturati dal 2017 al 2022) tra ricorsi elettorali, iscrizione e cancellazione dagli Albi e provvedimenti disciplinari, tra cui ben 64 i ricorsi pendenti per radiazioni.

Cosa vuol dire tutto questo? Verrebbe da pensare a un sistema disciplinare fasullo, per così dire “all’italiana”, in cui esistono sanzioni inapplicate e inapplicabili, un sistema che continua a non funzionare, malgrado gli sforzi della Federazione nazionale degli Ordini e le parole poco profetiche del presidente nazionale Anelli «Si torna alla normalità, garantendo ai medici il diritto alla difesa e agli Ordini di veder espressa sino in fondo la loro attività».

Dopo anni di silenzio e di inattività, in data 10 gennaio 2022 arriva anche il trionfale comunicato stampa FNOMCeO «È stata finalmente ricostituita la Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS), l’organo che decide, tra l’altro, sui ricorsi dei professionisti sanitari contro le sanzioni disciplinari irrogate dagli Ordini territoriali… Un provvedimento atteso, in quanto la precedente commissione era decaduta alla fine del 2020 e così i ricorsi, che sospendono l’efficacia della sanzione, cadevano nel vuoto, permettendo a professionisti sospesi o radiati di continuare a esercitare».

E allora mi chiedo su chi/cosa ricade la responsabilità di tale inefficienza? Sui medici, dentisti e magistrati componenti della Commissione? Sulle mancate proteste degli Ordini provinciali che sanzionano per poi vedere cadere nel vuoto il loro operato, come è successo alla mia CAO negli anni? Sul Ministero della Salute, impegnato su molti fronti ma a cui non mancano certo le risorse umane, amministrative e burocratiche, per far funzionare un “organo di giurisdizione speciale” da lui stesso emanato? A mio modesto parere ritengo piuttosto gravi tali inefficienze dal momento che si gioca con la salute della cittadinanza la cui tutela spetta agli Ordini i quali, a loro volta, non sembrano essere tutelati da organismi deputati a sostenere e implementare il loro operato.

Ma per fortuna il 25 marzo 2025 arriva l’annuncio del Ministero della Salute circa la riforma della CCEPS. «Il Ministero della Salute, su impulso del Ministro Orazio Schillaci, ha già predisposto uno schema di riforma della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS), incaricata di giudicare i ricorsi contro i provvedimenti disciplinari degli Ordini… Stabilisce che le sanzioni comminate dagli Ordini siano immediatamente esecutive, in attesa della decisione della Commissione, a differenza di quanto accade oggi per cui il ricorso alla Commissione sospende l’efficacia della sanzione, sia essa radiazione o sospensione. In questo modo, i medici radiati o sospesi, non potrebbero esercitare la professione fino alla pronuncia della Commissione». A questo punto non ci resta che sperare.

 

Immagine di copertina by ipuwadol/Adobe Stock

 

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