ATTUALITÀ
20 novembre 2023

Il sorriso di ieri: c’è ancora domani

Gianna Maria Nardi

“C’è ancora domani”, esordio alla regia dell’attrice Paola Cortellesi alla Festa del Cinema di Roma, un’opera cinematografica che ha raccontato con garbo e ribellione composta, la condizione femminile che hanno vissuto le nostre bisnonne e/o nonne nell’immediato dopoguerra, le stesse donne che hanno contribuito alla ricostruzione del nostro Paese e hanno costruito il nostro oggi al femminile. Una condizione femminile fatta di profondo disagio per non essere considerate nel mondo del lavoro con lo stesso valore dell’uomo, (perché la sua paga è di più? Quello è omo!).

Capaci di vivere la violenza e la sopraffazione in casa e fuori, quasi che fosse la normalità, un destino di sopraffazione, distratto dalle faccende domestiche e dal rimediare piccoli lavoretti per mettere insieme risparmi “nascosti” per un sogno: regalare alla figlia un destino diverso, un abito da sposa principesco. La protagonista riesce a condividere la dimensione sociale nel cortile, per scambiare sorrisi di complicità rassegnata ad una consuetudine fatta di remissione e sottomissione. Il sorriso dei soldati americani, un sorriso insolitamente accogliente per un uomo, diverso, insolito. “Hai visto quanto so belli gli americani? Hanno tutti i denti, tanti, più de noi me sa!”.

Ma il riferimento all’importanza del sorriso come importante strumento di condivisione nella vita di relazione viene sottolineato da una scena del film dove la protagonista condivide con il suo ex amore, che rappresentava per lei il sogno di una relazione fatta di affetto e passione, un pezzo di cioccolato. Un sorriso intenso, lento e profondo, anche se non bianco e luminoso come il sorriso dei soldati americani, sporco di cioccolato ma di grande intensità emotiva.
Il volto è comunque il distretto umano più rappresentativo della persona, e il sorriso, che rappresenta la più grande forma di socializzazione dell’essere, che va considerato nella sua vera essenza, al di là canoni meramente estetici che possa esprimere.

È importante cogliere l’aspetto emotivo-emozionale del sorriso della persona assistita, e se la richiesta conferma quanto evidenziato dalla letteratura già negli anni 80, dove l’aspetto attenzionato rispetto alle terapie riabilitative, è sicuramente il miglioramento dell’aspetto esteriore per migliorare la vita di relazione.Ma ciò che evidenzia questa opera cinematografica è il valore di quanto costruito dalle nostre nonne e bisnonne per raggiungere la parità di genere. Se pensiamo che il diritto di esprimere il voto alle donne è stato riconosciuto soltanto nel 1947, possiamo immaginare quanto noi donne dobbiamo proteggere la libertà e la dignità resa possibile da chi c’era ieri e ha lottato perché noi tutte possiamo dire con serenità: “c’è ancora domani” e vivere un sorriso di serenità.

Il cinema è vita, il cinema è cultura…quindi “buona visione”.

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