CONSULENTE FINANZIARIO
25 novembre 2024

Concordato preventivo biennale. Riaperti i termini al 12 Dicembre. Opportunità o misura controversa?

Angelo Parente

Mai prima d’ora una misura fiscale ha avuto un iter così travagliato come il Concordato Preventivo Biennale (CPB). Nato con l’intento di incentivare la compliance fiscale e ridurre i contenziosi, questo strumento si è rivelato un caso emblematico di difficoltà operative e incertezze normative. Difatti in via preventiva e su base biennale, il CPB mira a determinare un’imponibile su cui calcolare le imposte da versare, con lo scopo di ridurre il rischio di contenziosi con il Fisco, accrescere la certezza sull'importo delle imposte dovute e ridurre i controlli fiscali durante il periodo concordato.

Abbiamo quindi assistito nel corso del mese di ottobre ad uno strano siparietto tra i principali Attori, da una parte l’Agenzia delle Entrate con provvedimenti di Prassi, tra cui diverse Faq emanate giorno per giorno e fino alla scadenza del 31 ottobre, dall’altra gli operatori ormai presi da molteplici dubbi interpretativi non certo aiutati dalle incertezze palesate da chi doveva intervenire a fugare ogni dubbio, purtroppo in tempi ristretti e prossimi alla naturale scadenza. Intervenivano quindi, con una richiesta di proroga seppur tardiva le principali Associazioni dei Dottori Commercialisti, tra l’altro in contraddizione con i vertici Istituzionali di categoria, ma il MEF più volte sollecitato negava la proroga adducendo motivazioni di carattere finanziario ovvero la necessità di conoscere quanto prima gli eventuali incassi per le maggiori imposte derivanti dal concordato Per cui inevitabilmente, scaduto il termine del 31 ottobre si arrivava a presagire una possibile riapertura quale esigenza molto sentita e più volte manifestata prima della scadenza rimasta inascoltata da parte del Legislatore. Scaduto il termine, arrivati i primi calcoli, il Legislatore, ha deciso di concedere una nuova opportunità per cercare di convincere chi ha presentato la dichiarazione senza aderire. Pertanto, a costoro si dà la possibilità di optare per il concordato entro il 12 dicembre 2024.

Come vedremo, la riapertura non interessa tutta la platea di contribuenti rientranti nella disciplina. La scadenza per l'adesione al Concordato Preventivo Biennale (CPB) fiscale è stata quindi fissata al 12 dicembre 2024. Questa decisione è stata presa per consentire ai contribuenti, in particolare i soggetti ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale), che avevano presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre, di avere una nuova finestra per valutare l'adesione. L'obiettivo è favorire una maggiore compliance fiscale e ampliare la platea dei partecipanti per incrementare il gettito fiscale.

I principali punti della proroga includono:

  1. Requisiti per l'adesione: Possono accedere al CPB i titolari di partita IVA soggetti agli ISA che hanno regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31/10/2024 , mentre restano esclusi i contribuenti in regime forfetario. L'adesione richiede che non siano state apportate modifiche all'imponibile o al credito fiscale rispetto alla dichiarazione originaria;
  2. Ravvedimento speciale: È possibile sanare eventuali irregolarità fiscali pregresse(anni dal 2018 al 2022) tramite il pagamento di un’imposta sostitutiva, senza compromettere i vantaggi del concordato, anzi lo stesso diventa pregiudiziale all’accesso a tale ravvedimento speciale;
  3. Riduzione fiscale: Il gettito generato dal concordato sarà destinato in parte alla riduzione delle aliquote IRPEF, con un effetto visibile a partire dal 2025.

 La riapertura del Concordato Preventivo Biennale (CPB) fino al 12 dicembre 2024 è stata ufficialmente approvata tramite un decreto-legge il 167/2024 deliberato dal Consiglio dei Ministri il 12 novembre 2024. Si tratta di una misura temporanea, che estende la scadenza originaria del 31 ottobre per consentire a ulteriori contribuenti di aderire a questo strumento fiscale. Tuttavia, essendo stata approvata con un decreto-legge, la proroga sarà definitiva solo con la conversione in legge da parte del Parlamento, come previsto dall'iter legislativo italiano La riapertura è stata motivata da una partecipazione inferiore alle aspettative nella fase precedente, e mira a incentivare le adesioni di chi non aveva ancora presentato domanda pur avendone i requisiti, come i titolari di Partite IVA che hanno regolarmente adempiuto alla presentazione nei termini della dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre 2024.

Tecnicamente non sarà possibile aderire al CPB se la dichiarazione è stata omessa, non si potrà ricorrere alla dichiarazione tardiva nei 90 gg. ma sarà possibile semplicemente esprimere la volontà di aderire al CPB con una dichiarazione integrativa in cui non si potrà modificare imponibile ed imposta indicata nella dichiarazione originaria. Questa riapertura rappresenta una risposta del Governo alle richieste dei contribuenti e dei professionisti, facilitando l'adesione per chi aveva incontrato difficoltà operative o interpretative nella fase iniziale Ad oggi, la proroga per l'adesione al Concordato Preventivo Biennale (CPB) fiscale fino al 12 dicembre 2024 è stata confermata ed è stata integrata nel Decreto Legge n. 155/2024, attualmente in discussione al Senato per la conversione in legge.

Le commissioni Bilancio e Finanze hanno già dato il via libera a un emendamento che include questa estensione insieme ad altre misure fiscali collegate alla Legge di Bilancio 2025. La conversione definitiva del decreto deve avvenire entro il 18 dicembre 2024 per renderlo effettivamente legge. Le novità riguardano l'apertura dell'accesso ai contribuenti ISA (Indici Sintetici di Affidabilità), che potranno aderire presentando una dichiarazione integrativa senza modificare il credito o l'imponibile rispetto a quanto dichiarato entro il 31 ottobre. Inoltre, chi aderisce avrà la possibilità di accedere a strumenti di ravvedimento speciale per sanare irregolarità relative agli anni pregressi, godendo di imposte sostitutive agevolate e si spera senza sanzioni.

Non ci sono stati ulteriori emendamenti significativi rispetto a questa misura nelle ultime settimane, e il Governo sembra intenzionato a utilizzare il gettito generato per finanziare la riduzione delle aliquote IRPEF nella prossima Manovra. Concludendo come abbiamo avuto modo di rimarcare anche in precedenti interventi sull’argomento la riapertura dei termini per l’adesione al CPB rappresenta un segnale di apertura verso i contribuenti, ma solleva dubbi sulla sua reale efficacia. Se da un lato si cerca di aumentare il gettito e ridurre i contenziosi, dall’altro la confusione normativa e i limiti applicativi rischiano di compromettere l’obiettivo principale: un rapporto collaborativo e trasparente tra il Fisco e i contribuenti.

Fonte ANTLO.

Immagine di copertina by Jirapong/AdobeStock.

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