IGIENE ORALE
23 ottobre 2025

Sedazione e anestesia in odontoiatria per i pazienti special needs: sicurezza e protocolli aggiornati

Dott.ssa Dalila Pisello* DMD, Dott Russo Gianluca* RDH

Durante il trattamento odontoiatrico nei pazienti special needs, è spesso necessario ricorrere a tecniche di sedazione per garantire una maggiore sicurezza sia per il paziente che per l’operatore, oltre a favorire una migliore riuscita del trattamento. La sedazione è una tecnica medica che, tramite l’utilizzo di farmaci o gas sedativi, consente al paziente di rimanere vigile e respirare autonomamente. Importante: la sedazione si può realizzare in ambulatorio. Molto spesso però ci troviamo di fronte a casi con una magnitudine di trattamento grande o impossibilità dell’utilizzo di farmaci anestetici, perché possono interferire con lo status sistemico del paziente. In questi casi la sedazione non basta e bisogna ricorrere all’anestesia generale, dove tramite anestesista e in ambito ospedaliero si ha una perdita totale di coscienza.

Sedazione cosciente in odontoiatria per pazienti special needs
Sedazione con protossido d’azoto (N2O)
Sicuramente questa tipologia di sedazione è la più diffusa negli studi odontoiatrici. Il protossido è un gas inodore, incolore, non irritante e non soffre di biotrasformazioni. Le sue azioni farmacologiche agiscono a livello del Sistema Nervoso Centrale producendo analgesia ed una leggera amnesia. La sedazione consiste nell’inalazione, tramite mascherina nasale, di una miscela di ossigeno e protossido d’azoto in percentuali controllate dall’operatore.

Vantaggi

  • Non invasivo;
  • facile da gestire (dose e maneggio);
  • effetto immediato e rapida ripresa;
  • il suo “antidoto” è l’ossigeno;
  • sedazione stabile durante tutto il tempo.

Svantaggi

  • Non sempre efficace nei pazienti con disabilità gravi o nei casi di ostruzione nasale;
  • richiede una minima collaborazione da parte del paziente;
  • costo;
  • può avere effetti secondari come nausea e vomito.

Protocollo operativo

  • Collocare la mascherina al paziente che inizierà a respirare tramite le vie aere superiori;
  • il flusso si regola in base alla ventilazione spontanea del paziente, ma non tramite il pallone, monitorando saturazione, coscienza e parametri vitali;
  • aprire la valvola del N2O, incrementandolo a seconda dell’età del paziente da trattare. Se vediamo che la concentrazione di N2O è troppo alta, diminuiremo la concentrazione del 5-10%;
  • realizzare anestesia locale e trattamento;
  • una volta terminato il trattamento è importante eliminare il flusso di N2O in modo graduale e far rimanere il paziente con la mascherina dando ossigeno puro durante 3-5 minuti.

Sedazione cosciente: Ansiolisi (sedazione minima)
Tramite questa tipologia di sedazione si pretende di mantenere un livello di coscienza minimamente depresso, dove il paziente conservi la capacità di mantenere le vie aeree permeabili di forma indipendente e continua, e risponda correttamente a stimoli fisici e ordini verbali. Si tratta di somministrare (tramite via orale, nasale o rettale) un farmaco sedativo (normalmente una benzodiazepina) circa 60 min prima della seduta. Il farmaco induce uno stato di rilassamento lasciando il paziente collaborante e cosciente. È importante sottolineare che in alcuni casi questa tipologia di sedazione produce quello che si chiama “effetto paradosso” ossia una situazione di eccitazione e irritabilità.

Vantaggi

  • La dose si controlla a seconda del peso del paziente;
  • facile introduzione.

Svantaggi

  • Non sempre si ha la collaborazione del genitore o tutore;
  • può avere variazioni dell’assorbimento del farmaco a seconda delle condizioni del paziente.

Protocollo operativo
Per quanto riguarda il protocollo operativo della somministrazione del farmaco è importante che l’operatore abbia le conoscenze del farmaco e una certa esperienza. Si deve sempre avere a disposizione nelle vicinanze dei servizi di emergenza. Le nuove linee guida raccomandano che il paziente arrivi in ambulatorio circa un’ora prima del trattamento, affinché la somministrazione del farmaco venga effettuata dallo stesso operatore che eseguirà la procedura.

Sedazione cosciente: Endovenosa (sedazione profonda)
È la forma di sedazione più profonda tra quelle praticabili in ambulatorio (in contesti autorizzati), somministrata tramite accesso venoso da un medico anestesista. Utilizza farmaci come midazolam, propofol o altri sedativi in dosaggi titolati. Il paziente entra in uno stato di profondo rilassamento, spesso con amnesia dell’evento, ma mantiene la coscienza e la respirazione spontanea.

Vantaggi

  • Maggior controllo sullo stato sedativo;
  • adatto a pazienti con disabilità importanti;
  • utile in caso di procedure lunghe e complesse.

Svantaggi

  • Richiede la presenza di un anestesista;
  • necessita di autorizzazione specifica e ambiente idoneo.

Protocollo operativo
Monitoraggio continuo dei parametri vitali.

Anestesia generale
È uno stato controllato di perdita della coscienza reversibile, ipnosi, amnesia, analgesia, perdita del tono muscolare accompagnato da una perdita di capacità di mantenere le vie aeree permeabili. La sua somministrazione avviene in ambiente ospedaliero ed è eseguita da un medico anestesista. Il paziente può essere intubato tramite bocca o naso. Ovviamente l’ideale per il nostro settore sarebbe intubazione dal naso, ma non sempre questo è possibile.

Protocollo operativo
La preparazione del campo operatorio è fondamentale: proteggere gli occhi con cerotti appositi, coprire il volto del paziente, disinfettare la zona periorale e intraorale, e collocare un tappo di garza a livello della gola dove in caso di caduta di piccoli strumenti siano facilmente recuperabili. Collocare un apribocca e separare la lingua utilizzando strumentazione adeguata. Procedere con l’esplorazione del cavo orale, qualora si tratti della prima valutazione e il paziente non sia collaborante, oppure confermare il piano di trattamento nel caso sia già stata effettuata una visita preliminare. È importante che sia stata precedentemente eseguita una diagnosi radiografica della situazione clinica del paziente. Si procede sempre con l’anestesia locale, utile sia per ottenere ischemia nella zona da trattare, sia per garantire un’adeguata analgesia post-operatoria.

Si procede per quadranti, eseguendo inizialmente i trattamenti conservativi, seguiti da quelli parodontali e, infine, da quelli chirurgici. Questo ordine consente di evitare che i trattamenti con maggiore sanguinamento interferiscano con le procedure conservative. L'approccio odontoiatrico verso i pazienti con bisogni speciali non può limitarsi a guardare solo la bocca. Ogni trattamento odontoiatrico, dall'igiene orale professionale agli interventi chirurgici più complessi in anestesia generale, si lega inevitabilmente allo stato di salute generale del paziente. Il lavoro dell'odontoiatra non può essere indipendente, ma deve integrarsi in un percorso condiviso con altri specialisti della salute. Il dialogo costante con medici specialisti, anestesisti e personale sanitario dedicato diventa quindi la vera garanzia di sicurezza e di successo. Non si tratta soltanto di ridurre rischi e complicanze, ma di costruire un piano di cura personalizzato che tenga conto delle fragilità sistemiche del paziente e che permetta di affrontare ogni fase – dalla prevenzione, alla sedazione, fino al post-operatorio – con maggiore consapevolezza.
In questo senso, la multidisciplinarità non è un optional, ma un requisito imprescindibile. L’integrazione tra team odontoiatrico e team medico non solo migliora la qualità delle cure, ma rappresenta anche un’occasione di crescita professionale: l’unione di competenze diverse arricchisce il bagaglio clinico e apre la strada a percorsi di trattamento più sicuri, più efficaci e realmente rispettosi della complessità dei pazienti con disabilità. Un approccio globale deve infatti considerare non solo la fragilità sistemica, ma anche quella psicologica, coinvolgendo il paziente, la famiglia e i caregivers in un percorso di cura che sia allo stesso tempo clinicamente solido ed emotivamente sostenibile.

 

Bibliografia

  • Silvestre FJ. Sedacion en pacientes discapacitados. En: Odontologia en pacientes discapacitados. Labpratorios Kin S.A.2004;29-39.
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  • Fiorillo L. Conscious Sedation in Dentistry. Medicina (Kaunas). 2019 Dec 7;55(12):778. doi: 10.3390/medicina55120778. PMID: 31817931; PMCID: PMC6956248.
  • Yasny JS, Asgari A. Considerations for the use of enteral sedation in pediatric dentistry. J Clin Pediatr Dent. 2008 Winter;32(2):85-93. doi: 10.17796/jcpd.32.2.20777386241103x8. PMID: 18389671.

 

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