IGIENE ORALE
13 luglio 2020

L’utilizzo dell’olio di palma nella prevenzione delle erosioni dentali

Marta Bosso, Fabiola Raschi

Introduzione
Con il termine di erosioni dentali si fa riferimento alla dissoluzione dei tessuti duri del dente causata dall’azione di sostanze chimiche, derivanti da fattori estrinseci o intrinseci, senza il coinvolgimento di microrganismi1.
La prevalenza in aumento di tali lesioni e il fatto che gli stadi avanzati di tale condizione possano comportare conseguenze estetiche e funzionali che spesso condizionano la qualità della vita dei soggetti affetti sottolineano la necessità di identificare misure preventive2.
Ad oggi, grazie alla sua semplicità d’utilizzo e riproducibilità nella pratica clinica, la diagnosi viene effettuata utilizzando l’indice di BEWE3.
Poche sono ancora le strategie preventive: la capacità protettiva della pellicola acquisita e i consigli alimentari sembrano non essere sufficienti a prevenire lo sviluppo di tali lesioni. La necessità di introdurre negli atti preventivi fattori estrinseci che possano proteggere gli elementi dentali dalle sostanze acide responsabili dello sviluppo di erosioni diventa di fondamentale importanza.
Studi in vitro hanno evidenziato come l’utilizzo di oli vegetali, in particolare l’olio di palma, possa aiutare nella prevenzione dello sviluppo delle erosioni dentali.
Non essendo però le caratteristiche del cavo orale perfettamente riproducibili in vitro si suggeriscono ulteriori approfondimenti2.
Ottimale sarebbe la possibilità di poter testare in vivo l’attività dell’olio di palma.

Le erosioni dentali: eziologia
Con il termine di erosione dentale si fa riferimento ad una patologia che comporta la dissoluzione dei tessuti duri del dente causata dall’azione di sostanze chimiche senza il coinvolgimento di microrganismi.
Le sostanze chimiche coinvolte nello sviluppo delle lesioni vengono classificate a seconda della loro origine e possono essere intrinseche o estrinseche. Le erosioni dentali da fattori intrinseci vengono causate dagli acidi gastrici che raggiungono il cavo orale e i denti a causa di reflusso e/o vomito; sono tipiche in soggetti affetti da disturbi fisici o psicofisici come bulimia, anoressia e reflusso gastroesofageo.
Stili di vita, regimi alimentari, farmaci a basso pH e condizioni alimentari rientrano nella categoria dei fattori estrinseci: numerosi sono gli studi clinici che hanno dimostrato come l’assunzione frequente di bevande/cibi acidi, farmaci a basso pH e l’esposizione all’acido ambientale siano associate allo sviluppo di erosioni dentali.
Cosa succede durante un “attacco acido”? La dissoluzione chimica delle sostanze inorganiche di smalto e dentina avviene attraverso l’azione dei protoni dell’agente acido che viene a contatto con gli elementi dentali con conseguente dispersione di ioni calcio.
Inizialmente le lesioni coinvolgono solamente lo smalto dell’elemento dentale; in caso di stadi più avanzati comportano la dissoluzione completa dello smalto con conseguente coinvolgimento della dentina o, in casi estremi, della polpa dentale.
La perdita totale dello smalto e l’esposizione dei tessuti sottostanti rende il dente più vulnerabile con conseguente sviluppo di sensibilità dentale e sintomatologia dolorosa.
La composizione e il potere tampone della saliva, la posizione degli elementi dentali, la qualità dei tessuti duri del dente, la frequenza di assunzione di sostanze acide e il tempo di azione degli acidi rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo e la professione delle erosioni dentali.
Prevenzione e trattamento diventano fondamentali per evitare o rallentare la progressione delle lesioni4.

Intercettazione diagnosi e management delle erosioni dentali
Negli ultimi trent’anni sono stati creati differenti indici con lo scopo di classificare e gestire le erosioni dentali dal punto di vista clinico; la loro complessità e la difficile interpretabilità hanno sottolineato la necessità di creare un indice semplice e pratico da utilizzare come criterio diagnostico per la gestione delle lesioni.
L’Indice di BEWE (Basic Erosive Wear Examination) nasce con lo scopo di fornire un unico, semplice e riproducibile “scoring system” utilizzabile come criterio diagnostico per la gestione delle erosioni dentali nella pratica clinica. L’indice si suddivide in quattro gradi a seconda della severità dell’erosione dell’elemento dentale:
- 0: nessuna erosione dentale;
- 1: erosione superficiale dello smalto;
- 2: perdita di tessuto duro che coinvolge < 50% della superficie dentale;
- 3: perdita di tessuto duro che coinvolge > 50% della superficie dentale.

La valutazione viene effettuata per ogni elemento dentale ma per ogni sestante viene preso in considerazione solo l’elemento con il grado di erosione più elevato.
Terminata la valutazione il risultato della somma del grado degli elementi dentali scelti per ogni sestante ci guiderà nella gestione clinica del soggetto (Tab. 1).
L’indice di BEWE, per la sua semplicità, riproducibilità, unicità e praticità permette una migliore gestione dal punto di vista clinico delle erosioni dentali3.

Management delle erosioni dentali
La prevalenza delle erosioni dentali negli ultimi anni risulta in aumento2: le cause più frequenti sono associate a stili di vita, abitudini alimentari errate (assunzione frequente di sostanze acide), assunzione frequente di farmaci a basso pH e disturbi alimentari.
Recentemente studi hanno dimostrato come anche le condizioni ambientali possano essere alla base dello sviluppo delle lesioni: le categorie dei soggetti più colpiti risultano essere coloro che lavorano a contatto con acido solforico e/o acido idrocloridico e gli sportivi che praticano nuoto a livello agonistico che si allenano frequentemente1.
La prevalenza in aumento, l’impatto sulla qualità di vita dei soggetti e la molteplicità dei fattori di rischio che stanno alla base dello sviluppo delle erosioni dentali suggeriscono la necessità di prevenirne lo sviluppo.
L’atto preventivo, con lo scopo di ridurre il più possibile i fattori di rischio, dovrebbe incominciare il prima possibile attraverso consigli alimentari e strategie che possano proteggere lo smalto dentale: ad oggi, però, le misure adottate sembrano non essere sufficienti.
Il ruolo del fluoro nella prevenzione delle erosioni dentali è ancora in discussione5: in letteratura esistono studi dimostranti che le soluzioni a base di fluoro contenenti AmF/Naf (500 ppm) e SnCl2 (800 ppm) siano efficaci nella prevenzione delle erosioni dentali6, 7.
La nostra saliva gioca un ruolo importantissimo nella protezione dei nostri denti: i lipidi, le proteine, i peptidi e altre biomolecole presenti al suo interno si depositano sulla superficie dello smalto in qualità di pellicola acquisita (AEP).
L’AEP funge da “barriera” mediando ed evitando il contatto diretto smalto-acidi: studi hanno dimostrato come la pellicola sia in grado di svolgere la sua massima attività protettiva nelle prime due ore dalla sua formazione senza evidenze che la sua efficacia possa aumentare con la progressiva maturazione.
Per aumentare la sua capacità protettiva bisognerebbe modificarne la composizione agendo sull’unica componente lipofilica in grado di modularne la sua struttura: i lipidi2.

Ruolo degli oli vegetali nelle erosioni dello smalto
Gli oli vegetali, estratti da semi e da piante, vengono tipicamente utilizzati per la produzione di farmaci, cosmetici e alimenti.
Il basso costo, l’accessibilità, l’edibilità e il facile impiego hanno permesso di studiare ampiamente l’efficacia degli oli vegetali nella prevenzione delle erosioni dentali: studi recenti hanno evidenziato come la pellicola acquisita venuta a contatto con oli vegetali sia più ricca in lipidi rispetto alla sua naturale composizione.

Esistono differenti tipi di oli in commercio ma per il basso costo, l’elevata produttività e la ricchezza in nutrienti, l’olio di palma è il più utilizzato: i tocotrienoli al suo interno hanno elevata affinità per le membrane cellulari e distribuendosi negli strati lipidici sono in grado di esplicare la loro azione antiossidante.
Uno studio sperimentale effettuato nel 2016 si è posto l’obiettivo valutare la capacità di inibire la demineralizzazione erosiva dello smalto di differenti tipi di oli vegetali, in concentrazioni diverse. L’olio di cocco, l’olio di oliva, l’olio di semi di girasole sono stati presi in considerazione: non essendo le condizioni del cavo orale esattamente riproducibili il primo step per la formazione dell’AEP è stato condotto in situ; l’azione preventiva degli oli è stata successivamente testata in vitro.
Dallo studio effettuato l’olio di palma ha mostrato una elevata capacità protettiva nei confronti dello smalto mostrandosi un’alternativa efficace nella prevenzione delle erosioni dentali: i meccanismi protettivi rimangono poco chiari ma si suppone che il risultato sia dovuto alla presenza dei tocotrienoli, i quali, avrebbero permesso all’olio vegetale di distribuirsi negli strati basali della pellicola acquisita aumentandone la composizione lipidica2.

Conclusioni
Con il termine di erosioni dentali si fa riferimento alla dissoluzione dei tessuti duri del dente causata dall’azione di sostanze chimiche, derivanti da fattori estrinseci o intrinseci, senza il coinvolgimento di microrganismi1. Negli ultimi trent’anni sono stati creati differenti indici con lo scopo di classificare e gestire le erosioni dentali dal punto di vista clinico; la loro complessità e la difficile interpretabilità hanno sottolineato la necessità di creare un indice semplice e pratico da utilizzare come criterio diagnostico per la gestione delle lesioni.
L’Indice di BEWE (Basic Erosive Wear Examination) nasce con lo scopo di fornire un unico, semplice e riproducibile “scoring system” utilizzabile come criterio diagnostico per la gestione delle erosioni dentali nella pratica clinica3. La prevalenza, le conseguenze estetiche e funzionali che condizionano la qualità di vita dei soggetti affetti e le strategie preventive poco efficaci hanno posto le basi per adottare nuove misure per la prevenzione di tali lesioni2. L’utilizzo di prodotti a base di fluoro nella prevenzione delle erosioni dentali è ancora in discussione: esistono studi in letteratura dimostranti che le soluzione a base di fluoro contenenti AmF/Naf (500 ppm) e SnCl2 (800 ppm) siano efficaci ma i pareri sono ancora molto discordanti6, 7.
La pellicola acquisita (AEP) svolge un ruolo importante nella protezione dello smalto dentale grazie all’unica componente lipofilica: i lipidi. Questi ultimi sono in grado di modulare la sua composizione strutturale garantendo l’effetto barriera ed evitando l’azione diretta degli acidi sullo smalto dentale2. Di conseguenza, differenti autori negli anni hanno suggerito che una pellicola acquisita ricca in lipidi possa essere maggiormente resistente all’attacco degli acidi8 riducendo lo sviluppo delle erosioni dentali9.
Uno studio effettuato in situ-vitro nel 2016 ha testato l’azione di differenti oli vegetali (oliva, cocco, semi di girasole e di palma) evidenziando come l’utilizzo dell’olio di palma in particolare possa essere considerato una valida alternativa per la prevenzione dello sviluppo delle lesioni: si suppone che l’effetto protettivo possa essere dovuto alla presenza di una elevata quantità di tocotrinoli, i quali, permetterebbero all’olio di distribuirsi nelle strutture basali dell’AEP aumentandone la sua componente lipidica e quindi la sua azione protettiva.
Concludendo si potrebbe affermare che grazie all’elevata quantità di tocotrienoli contenuti al suo interno, l’olio di palma svolga un’azione protettiva nei confronti dello smalto degli elementi dentali contro l’azione degli acidi; mostrandosi una valida alternativa per la prevenzione delle erosioni dentali2.
Ad oggi, le misure utilizzate per la prevenzione delle lesioni non sono sufficienti: le evidenze riguardanti l’utilizzo di soluzioni a base di fluoro sono contrastanti e gli studi effettuati sull’utilizzo dell’olio vegetale possiedono limiti. Essendo le condizioni del cavo orale non esattamente riproducibili in vitro e le evidenze in letteratura ancora contrastanti tra loro, necessario sarebbe effettuare ulteriori studi: d’aiuto sarebbe la possibilità di effettuare test in vivo per valutare l’azione protettiva degli oli vegetali nei confronti dello smalto, in particolare dell’olio di palma.


Bibliografia
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