MEDICINA FORENSE
05 febbraio 2024

Identificazione di persona con l’odontologia forense

Gian Piero Torresi

Allo stato attuale, considerando che gli studi dentistici eseguono cartelle cliniche e radiografie ante mortem, l’Odontologo Forense ha molte possibilità di successo perché insieme alle impronte digitali e all’esame del DNA i denti sono un importante metodo di identificazione. Identificare un corpo senza nome è una delle caratteristiche distintive della società umana date le sue implicazioni religiose, sociali e giuridiche.

In alcune cause di morte, come ad esempio nel caso di soggetti carbonizzati, è importante la componente dentale per la sua capacità di mantenere indenne il materiale genetico. Assume particolare rilevanza anche nei disastri di massa. Forma, dimensioni, modificazioni terapeutiche e patologiche possono rendere unici sia la struttura che l’aspetto di un dente. Secondo alcuni studi tra lo stato ante-morte e quello post-mortem vi sono almeno 12 caratteristiche coincidenti e la possibilità che esista un altro individuo con gli stessi parametri è di 1 su 225 milioni, mentre se le coincidenze sono la metà si scende a 1 su 100 mila.

Anche lo sviluppo dell’organo dentale può contribuire all’identificazione dato che le noxae patogene lasciano tracce nella struttura dei tessuti duri, come ad esempio l’alterazione delle linee di accrescimento tra smalto e dentina. Dunque l’Odontologo forense può identificare con sicurezza il 60% degli ignoti, sempre che abbia a disposizione una documentazione clinica sufficiente ante-mortem. L’esame della dentatura contribuisce anche ad accertare il sesso della vittima.

Dimorfismo sessuale e caratteristiche dentali

Maschio

  • incisivo centrale superiore largo quanto il canino;
  • la differenza in larghezza tra incisivi centrali e laterali superiori è meno marcata (media 1,6 mm);
  • la differenza in larghezza tra incisivo centrale e canino inferiore è più marcata (media 1 mm);
  • i geni della amelogenina (proteina principale dello smalto) si trovano sui cromosomi X e Y e sono diversi.

Femmina

  • incisivo centrale superiore più largo del canino;
  • la differenza in larghezza tra incisivo centrale e laterale superiore è più marcata (media 2,1 mm);
  • la differenza in larghezza tra incisivo centrale e canino inferiore è meno marcata (media 0,7 mm);
  • i geni della amelogenina (principale proteina dello smalto) si trovano sul cromosoma X e sono uguali.

Conclusioni
Se in teoria bastasse l’odontogramma di un ignoto per fare l’identificazione sarebbe troppo facile la professione dell’Odontologo Forense dal momento che in pratica si verificano diversi ostacoli. Il primo sicuramente è la documentazione perché non tutti gli odontoiatri compilano una corretta cartella clinica, come ad esempio quando si tralascia di annotare restauri eseguiti da colleghi precedenti e non tutti archiviano foto e lastre, quindi l’odontologo si può trovare davanti a cartelle incomplete o incomprensibili, questo in Italia.

In Germania la cosa è più semplice perché la quasi totalità delle prestazioni odontoiatriche è erogata tramite le casse malati e la rendicontazione avviene per via telematica, quindi è più facile rintracciare una persona in base allo status dentale; inoltre esiste una grande collaborazione da parte della Kriminalpolizei che pubblica con regolarità sui siti odontoiatrici foto e odontogrammi di ignoti.

Negli USA esiste una banca dati riservata alle vittime non identificate e alle persone scomparse (National Dental Image Repository) in cui vengono inseriti dati e immagini cliniche reperite attraverso gli odontoiatri. Analogamente si procede in Svizzera e in Australia dove, dopo 60 giorni dalla scomparsa, i dati clinici disponibili vengono acquisiti dal National Missing Persons Unit.

Un altro sistema molto utile per l’identificazione è quello usato in Scandinavia, ovvero marcare le protesi rimovibili con un codice unico per ogni paziente, tanto che le protesi marcate superano il 50%. Le autorità sanitarie e le associazioni scientifiche in USA, Svezia, Islanda e Australia raccomandano che le protesi rimovibili siano contrassegnate da un codice o da un trasponder con tecnologia RFID, che consiste nell’inserire un piccolo dispositivo all’interno della base protesica della larghezza di 2-3 mm e della lunghezza di circa 1 cm, in particolar modo nei pazienti non autosufficienti. Inserendo in questo contesto anche il passaporto implantare che viene rilasciato in circa il 90% degli studi odontoiatrici italiani, aumenterebbero notevolmente le potenzialità dell’identificazione per via odontologica.

Un caso celebre identificato tramite odontologia forense quello di Adolf Hitler e Eva Braun: subito dopo la capitolazione di Berlino un gruppo di medici sovietici eseguirono 13 autopsie su corpi carbonizzati rinvenuti nella cancelleria del Reich, la testimonianza di Fritz Echtmann, l’odontotecnico che aveva realizzato le protesi (ponti e intarsi) venne confermata dal dr. Hugo Blaschke dentista personale di Hitler e dei gerarchi nazisti quando venne catturato dagli americani.

Immagine di copertina by Freepik.

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