MEDICINA ORALE
29 ottobre 2025

La malattia parodontale nelle donne gravide: possibili connessioni con effetti avversi gestazionali. Evidenze recenti e novità in tema di prevenzione

Gola Giuseppe

La malattia parodontale (o parodontite) può alterare gravemente i tessuti di sostegno dentale. I fattori infettivi che la possono produrre sono da tempo noti. Essa si instaura all’esordio come gengivite, per poi evolvere verso un quadro clinico più ampio e strutturato. Se la componente batterica costituisce il fattore etiologico primario, vanno tuttavia prese in considerazione altre componenti genetiche o ambientali in grado di contribuire allo sviluppo della malattia. Pur colpendo localmente la gengiva, il legamento e l’osso alveolare, la parodontite può avere un impatto negativo sulla salute generale del soggetto: si tratta cioè del concetto di “focolaio infettivo” all’interno del cavo orale in grado di alterare, anche fortemente, l’equilibrio fisiologico sistemico.

Negli ultimi trent’anni, un grande numero di ricerche cliniche hanno dimostrato l’evidenza di una associazione tra la malattia parodontale e altre malattie sistemiche, tra le quali si annoverano patologie cardio-vascolari, diabete, parti pre-termine o nascita di bambini sotto-peso, malattie croniche polmonari. Più di recente, la parodontite è stata indicata come ipotetico fattore favorente di patologie intestinali, anche neoplastiche, e del morbo di Alzheimer. In letteratura, pertanto, si è fatto strada il termine di “Medicina Parodontale” per descrivere quelle svariate patologie che, a partenza parodontale, possono inficiare la salute complessiva. In questo breve contributo, vogliamo focalizzare i rapporti intercorrenti tra la malattia parodontale e gli esiti avversi in gravidanza, seguendo le evidenze emergenti dalla recente letteratura internazionale e ipotizzando protocolli di prevenzione o terapia, appannaggio delle figure dell’Odontoiatra e dell’Igienista Dentale.

Le ricerche pionieristiche in merito risalgono alla seconda metà degli anni ’901-3: si tratta di studi osservazionali, in un discreto numero di gestanti ma con limiti metodologici, in grado tuttavia di descrivere tale associazione. Negli anni a seguire, altre ricerche cliniche più approfondite riuscirono a dimostrare il nesso di causalità tra la parodontite e patologie gestazionali quali nascite pretermine o di bambini sotto-peso, pre-eclampsia (ipertensione, proteinuria, edemi), aborti, mortalità neonatale. Queste evidenze portarono nel 2013 alla pubblicazione di un workshop congiunto tra la Federazione Europea di Parodontologia e l’Accademia Americana di Parodontologia4 in cui si dimostrava la “plausibilità biologica” tra parodontite e disordini gestazionali. Ulteriori ricerche hanno messo in evidenza sia l’azione diretta dei batteri periopatogeni sull’unità feto-placentare che quella indiretta dei mediatori infiammatori5, nonché la relazione tra la severità del livello di parodontite e la gravità delle conseguenze gestazionali6.

Altri studi di quegli anni hanno cercato di evidenziare il ruolo del trattamento parodontale precoce, chirurgico o non-chirurgico, nella donna gravida al fine di evitare conseguenze avverse in gravidanza. Purtroppo le ricerche randomizzate e controllate in merito sembrano mettere in luce limitati effetti benefici e preventivi su tali spiacevoli disordini7, 8: va infatti considerato che l’esistenza di parodontite è spesso documentabile ben prima del periodo gestazionale con conseguente presenza precocissima di batteri che contamineranno l’unità feto-placentare. I trattamenti antibatterici endo-orali per evitare la batteriemia possono pertanto rivelarsi insufficienti a prevenire una condizione che si è già instaurata. Da qui la necessità di consigliare la donna che si prepara alla gravidanza di includere tempestive procedure profilattiche parodontali attuate con i tempi e le metodiche più efficaci.

Negli ultimi tre anni, ulteriori ricerche cliniche hanno focalizzato i rapporti tra parodontite ed esiti avversi in gravidanza. Zhi-Wei Guan et al.9 hanno dimostrato che le infezioni intrauterine causate da batteri di origine parodontale avvengono per trasmissione ematica e soprattutto per interazione con altre colonie batteriche tipiche della placenta. Tang et al.10 escludono una predisposizione genetica per queste patologie, sottolineando invece come i batteri periopatogeni sono in grado di alterare la regolazione immune sistemica. Tali batteri inoltre possono indurre a livello epatico una risposta infiammatoria sistemica anomala, essa stessa in grado di scatenare nascite pre-termine o aborti fino a elevare la mortalità neonatale.

Al Sharief et al.11, indagando sugli esiti della terapia e della prevenzione parodontale, affermano che i batteri presenti nei tessuti affetti da parodontite raggiungono la barriera feto placentare molto celermente. Questa situazione giustifica gli scarsi risultati ottenibili con terapia parodontale, che richiede normalmente più step operativi, prima e durante la gravidanza. Tuttavia, il rischio per le donne si eleva se, assieme alla parodontite si associano altri fattori quali età avanzata, obesità, fumo, diabete gestazionale e basso livello socio-economico.

Dati epidemiologici aggiornati emergono dalla ricerca di Bobetsis et al.12 secondo la quale la malattia parodontale determina non meno del 5% di parti pre-termine, 6% di nascite di bambini sotto-peso e 10% di casi di pre-eclampsia. Anche la semplice gengivite della gravida, evenienza tutt’altro che rara, è in grado di favorire nascite pre-termine. Esiste, secondo gli autori, una correlazione statistica evidente tra “sanguinamento gengivale al sondaggio e nascita di bambini sotto-peso” e tra “parodontite e infezioni amniotiche e placentari”. Dalla ricerca pertanto si evince l’utilità nelle donne gravide e in quelle che decidono per una prossima gravidanza di avere uno scrupoloso controllo della placca sopra e sotto-gengivale.

L’approccio profilattico e terapeutico dell’Odontoiatra e dell’Igienista Dentale nei confronti della donna in gravidanza è noto e praticato da molto tempo13. Esso nasce dalla considerazione delle modificazioni del cavo orale tipiche della gestante. Elevati livelli di estrogeni in circolo modificano il trofismo delle mucose orali. In particolare, il tessuto gengivale risponde agli irritanti locali con diversa modalità inducendo facili edemi, ispessimenti di tessuto e sanguinamento (gengiviti ed epulidi gravidiche). Per tali motivi è di tutta evidenza la necessità di migliorare il livello di igiene orale. Cofattori che incidono sulla recettività infiammatoria dei tessuti, in questo particolare periodo, sono le alterazioni quali/quantitative della salivazione, la nausea e l’iperemesi gravidica, la necessità di piccoli e frequenti pasti (grazing) a causa della compressione stomaco-uterina.

I protocolli di prevenzione odontoiatrica nella gestante sono, altresì, standardizzati e previsti nelle linee-guida internazionali. In un loro esaustivo volume del 200314, Madau e Strohmenger delineano magistralmente le strategie di prevenzione orale sia nelle fasi antecedenti la gravidanza sia nel decorso della medesima. Le autrici delineano i seguenti step procedurali:

  • infondere motivazioni alla gestante in un momento di particolare recettività della medesima;
  • incrementare l’educazione della donna servendosi di strutture ad hoc, inclusi i corsi di preparazione al parto;
  • attuare un protocollo odontoiatrico ambulatoriale che includa periodiche visite, test salivari, controllo di trasmissione batterica madre-feto, igiene professionale adattata allo stato della donna, terapia parodontale non chirurgica, collaborazione tra le figure odontoiatriche, quelle ostetriche-ginecologiche e il medico di base.

In tali procedure, riteniamo possono trovare una utilità clinica specifici gel bioadesivi realizzati con un mix di sostanze che li rendono adatti all’utilizzo in soggetti femminili di età fertile. Tra questi un gel-dentifricio (Hobagel 365) che contiene citilpiridinio cloruro con forte azione antisettica su tutti i batteri gram+ e quasi tutti i gram- del biofilm. Ad esso si associa un mix di oli essenziali tra cui la mirra commifora, l’eucalipto, il timo vulgaris e, soprattutto la melaleuca ed la manuka che hanno spiccata azione battericida e batteriostatica per presenza di specifici monoterpeni e sequiterpeni. Non è presente triclosan, sostituito da sostanze stabilizzanti (O-cimen-5 e acido P-anisico). Sono inoltre presenti nel gel tre floruri (monofluorofostato di Na, floruro di Na e floruro di potassio). Questi sono concentrati a 1200 ppm. e svolgono una continua azione mineralizzante in quanto trattenuti sullo smalto da un efficacie sistema adesivo. Inoltre sono state incluse specifiche componenti ristrutturanti sui tessuti gengivali quali l’acido jaluronico, il jaluronato di Na, la provitamina B5, la vitamina E, il bisabololo. Specifiche silici idratate conferiscono infine scarsa abrasività del gel verso i tessuti dentali (RDA dichiarato 30).

Anche i gel per applicazione locale sui tessuti molli possono rivelarsi efficaci. Uno di questi (Hobagel Plus) è stato pensato per ottenere una persistenza temporanea sui tessuti grazie ad un innovativo sistema adesivo che si avvale del sale misto di Na/Ca del copolimero metilvinil-etere, del polivinilpirollidone e del Na carbossimetil cellulosa. Anche in questo sono presenti sostanze attive (citilpiridinio cloruro, mix di oli essenziali, acido jaluronico e suoi oligomeri, allantoina, bisabololo, vitamina E acetato) a cui si aggiungono principi attivi potenzianti quali il perossido di idrogeno (antiossidante). Nel gel, l’efficacia degli oli essenziali proviene dal loro ricco contenuto in monoterpeni, sequiterpeni e trichetoni: essi sono ampiamente presenti nella melaleuca (tea-tree oil) ma soprattutto nell’olio di manuka che viene ritenuto almeno venti volte superiore: da qui l’azione anti-infiammatoria e antibatterica.

Uno degli aspetti peculiari sui tessuti parodontali compromessi è rappresentato dalla presenza nel gel di acido ialuronico, utilizzato peraltro con diversi pesi molecolari espressi in K-Dalton. L’associazione di acido ialuronico ad alto peso molecolare con funzione idratativa e di differenziazione/stabilizzazione cellulare e di oligomeri del medesimo a basso peso molecolare che garantiscono l’assorbimento e la migrazione cellulare in profondità giustificano l’efficace capacità rigenerativa dopo l’applicazione topica del gel. Essa avviene, pertanto, in tempi più rapidi rispetto ad altri gel che contengono acido ialuronico, ma non oligomeri del medesimo. Di grande importanza nell’ottenimento dei risultati descritti è la peculiare caratteristica di muco-adesività del gel ottenuto con l’inserimento nel prodotto testato di gomme naturali e resine. Gli eccipienti polimerici di questo tipo sono in grado di esaltare l’adesione alla mucosa e ottenere un rilascio controllato dei principi attivi.

 

Le foto dell'articolo sono a cura del dott. Alberto Pispero.

 

Bibliografia

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  3. Davenport E.S., Williams C.E., Sterne J.A., Murad S., Sivapathasundram V., Curtis M.A. Maternal periodontal disease and preterm low birthweight: case-control study . J. Dent. Res. 2002; 81:313-8.
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  5. Madianos P.N., Bobetsis Y.A., Offenbacher S. Adverse pregnancy outcomes (APOs) and periodontal disease: pathogenic mechanisms. J. Clin. Period. 2013;40: 170-80.
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  8. Bobetsis Y.A., Graziani F., Gursoy M., Madianos P.N. Periodontal disease and adverse pregnancy outcomes. Periodontol 2000 2020;83:154-74.
  9. Zhi-Wei Guan et al. Pathways and Mechanisms of periodontitis contributing to adverse pregnancy outcomes. Sichuan Da Xue Xue Bao Yi Xue Ban. 2023; 54: 39-48.
  10. Tang L. et al. Association between periodontitis and adverse pregnancy outcomes:two-sample mendelian randomization study. Int. Dent. J. 2024; 74:1397-1404.
  11. Al Sharief M., Alabdurubalnabi E. Periodontal pathogens and adverse pregnancy outcomes:a narrative review. Life (Basel) 2023;13: 1559-65.
  12. Bobetsis Y.A., Ide M., Gursoy M., Madianos P.N. Periodontal diseases and adverse pregnancy outcomes. Present and future. Periodontol 2000. 2023: doi 10.1111/prd12486.
  13. Montagna F., Ferro R. Il trattamento odontoiatrico in gravidanza,nei primi anni di vita e nel disabile. I quaderni della professione (Promoass Ed.) 1999: 5-10.
  14. Madau M., Strohmenger L. Prevenzione e promozione della salute orale in età pediatrica. Quintessenza Ed. 2003: 246-264.

 

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