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31 agosto 2020

Salute fisica e mentale a rischio per il personale sanitario: gli odontoiatri i più colpiti

By Carola Murari, Psicologa del Lavoro e del Benessere nelle Organizzazioni



In un quadro generale di sottostima dei disturbi psichiatrici a causa della mancata richiesta di supporto da parte di chi ne è affetto e quindi dalla loro mancata diagnosi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato che gli ultimi mesi, colpiti da un’immaginabile crisi mondiale sanitaria per la pandemia da SARS-CoV-2, sono stati un focolaio anche per lo sviluppo e la diffusione di disturbi psicologici e psichiatrici importanti nella popolazione generale e nel personale sanitario. Ancora più spesso taciuti e sottovalutati sono infatti le patologie che sviluppa la categoria medica in particolari momenti di stress e pressione come ben ha evidenziato Vittorio Lingiardi, medico psichiatra, psicoanalista e ordinario di Psicologia dinamica all’Università La Sapienza di Roma. Riferendosi ad una particolare condizione di sofferenza psicologica legata al ruolo di soccorritore, il cosiddetto secondary traumatic stress disorder, ha rilevato come si generi un vero e proprio trauma inizialmente studiato nei contesti di guerra, catastrofi naturali o gravi incidenti; circostanze critiche di emergenza, insufficienza di personale e materiale sanitario predisposto ad affrontare rapidamente il tutto sono il terreno fertile per lo sviluppo di un forte stress psicologico che necessita di preparazione e addestramento per evitare l’aggravamento in condizioni di vero e proprio burn-out e disturbi post traumatico da stress con relative conseguente importanti sul piano fisico e psicologico della persona. Il direttore del Dipartimento di Salute Mentale del Fatebenefratelli Sacco di Milano «Il rischio supera il 50% delle probabilità, tutto dipenderà da quanto a lungo durerà l’emergenza. Ogni mattina quando un medico, un infermiere mette piede in ospedale parte un turbinio incredibile, dal momento in cui si vestono, mettono le protezioni, non possono più bere, mangiare, andare in bagno, fumare una sigaretta. E fanno turni massacranti. Sono condizioni di grandissimo sacrificio. Ma allo stesso tempo sanno che bisogna mantenere lucidità di analisi, di giudizio, di intervento. Rischiano di perdersi».

Nel campo medico, anche i professionisti dell’odontoiatria sono stati messi a dura prova dalla crisi sanitaria e dal conseguente lockdown: le chiusure forzate degli studi e i consulti a distanza (la cosiddetta teledentistry), fatta eccezione per le sole emergenze per le quali il titolare aveva l’obbligo di visitare e curare il suo paziente, hanno fortemente provato la stabilità psico-fisica di questa categoria.
Molte ricerche hanno messo in luce quanto la professione odontoiatrica si caratterizzi di per sé per un più alto rischio di malattie fisiche e mentali legate allo stress. Un articolo dell’ortodontista Randy Lang del 2007 aveva già evidenziato che «i dentisti soffrono di disturbi psiconeurotici con un tasso 2,5 volte superiore rispetto ai medici e le malattie coronariche e l’ipertensione arteriosa sono oltre il 25% più diffuse tra i dentisti rispetto alla popolazione generale».
In aggiunta ai fattori di stress propri della professione odontoiatrica ci sono state le nuove sfide legate alla pandemia: l’altissimo rischio di infezione, la chiusura forzata e le difficoltà organizzative a livello economico e delle risorse umane.
In un recente articolo, la dott.ssa Andrea Vergara Buenaventura e il suo team di ricerca dell’Universidad Cientifica del Sur di Lima, in Perù, hanno fornito una rassegna completa delle conseguenze delle epidemie passate per la salute mentale e hanno valutato gli aspetti che potrebbero essere associati alle implicazioni mentali per i dentisti a causa della pandemia COVID-19. Anche Sujata Basawaraj, titolare di uno studio a Lewisville in Texas, ha condiviso le sue valutazioni sulle sfide poste dal SARS-CoV-2 affermando che «mentalmente, lavorare durante una pandemia è stato molto stressante e faticoso a causa del numero di compiti che si sono aggiunti per garantire un ambiente sicuro per dipendenti e pazienti dello studio. Il livello comunicativo fondamentale medico-paziente è venuto meno a causa dei dispositivi di protezione da indossare. Non è così facile parlare con i pazienti ma alla fine credo che la sicurezza sia la prima cosa da perseguire».

A fronte di molti dati che confermano la tesi sulla sofferenza psicologica di questa categoria sanitaria, gli esperti di alcune università statunitensi hanno pubblicato un documento di revisione in cui si evince che la flessibilità psicologica e l’autosufficienza devono diventare i due principali strumenti per garantirsi la salute fisica e psicologica; se le risorse personali messe in campo non dovessero bastare, sono attivi sul territorio italiano molte associazioni e veri pronto soccorso psicologici con sportelli 24h su 24 alla stregua di servizi offerti all’estero come la linea telefonica Health Assured messa a disposizione dalla British Dental Association o la piattaforma web Confidental.