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07 giugno 2020

I risultati del sondaggio CONFPROFESSIONI sui finanziamenti alle imprese

By Redazione Management Odontoiatrico



Dopo due mesi di somministrazione in piena pandemia Covid-19 di un questionario a 900 giovani commercialisti che hanno affiancato oltre 15 mila imprese nella richiesta di finanziamenti alle banche, ecco i risultati del sondaggio di Confprofessioni e UNGDCEC (l’Unione Nazionale Giovani dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) che ha mirato ad analizzare l’attività, i tempi di erogazione dei prestiti alle imprese e i comportamenti del sistema bancario per favorire l’accesso al credito, alla luce del decreto del decreto legge n. 23 dell’8 aprile 2020 che, attraverso il Fondo di garanzia per le Pmi, garantisce (sulla carta) fino a 100 miliardi di euro di liquidità al sistema produttivo italiano colpito dalla pandemia.

Le domande del sondaggio sono state le seguenti:
1) I vostri clienti hanno fatto ricorso al credito utilizzando le garanzie previste dal DECRETO-LEGGE 8 aprile 2020, n. 23 (Decreto liquidità)?
2) Per richieste di prestito superiori ai 25.000 euro qual è stata la tempistica media di evasione della pratica?
3) Per richieste di prestito inferiori ai 25.000 euro con garanzia al 100% da parte del Fondo Centrale di Garanzia, le Banche, pur dovendosi limitare solo a trasferire il modello compilato, hanno in qualche caso aggiunto anche una valutazione del beneficiario o altri motivi di rallentamento?
4) Il credito erogato è stato in qualche caso integrativo (cioè a compensazione di esposizione debitorie preesistenti verso le medesime banche eroganti) o aggiuntivo?
5) Eventuali ulteriori problematiche impreviste da segnalare? (domanda a risposta aperta)

Riportiamo, dunque, il comunicato stampa ufficiale di Confprofessioni a cura di Isidoro Trovato

Finanziamenti alle imprese? Le banche non li danno. Chiedono troppe garanzie
A distanza di due mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto liquidità, Confprofessioni ha condotto un'indagine tra gli studi professionali per comprendere qual è stata la reale efficacia del decreto. I professionisti italiani infatti lavorano a stretto contatto con le imprese (soprattutto le piccole e medie) e possono misurare l'efficacia di un decreto che prevede una garanzia al 100% per i finanziamenti fino a 25 mila euro, senza alcuna valutazione del merito creditizio. Per i prestiti fino a 800 mila euro, invece, viene richiesta una valutazione e la garanzia dello Stato arriva fino al 90% e il restante 10% può essere coperto dai Confidi. Dall'indagine emerge poi un quadro ancor più impressionante, in cui alla dilatazione dei tempi di erogazione si sovrappone la richiesta di valutazioni di merito creditizio non contemplate dal decreto liquidità. E spesso la domanda di liquidità delle imprese viene dirottata per compensare debiti pregressi. «Ma le sorprese non finiscono qui aggiunge il presidente di Confprofessioni: la quasi totalità degli imprenditori che ha richiesto un prestito ha dovuto, nonostante il lockdown, esibire ulteriori moduli e superare istruttorie , la presentazione di garanzie personali per la parte non coperta dalla garanzia statale. Risultato: dopo una trafila di 30-40 giorni, le imprese che sono riuscite ad attraversare il labirinto burocratico degli istituti di credito si contano sulle dita di una mano. Ad oggi sono esigue le erogazioni sotto i 25 mila euro, pochissime quelle sopra i 25 mila euro. Un dato che non meraviglia poiché alcuni istituti bancari hanno rifiutato l'accesso al credito per la non convenienza dell'operazione».Tempi e burocrazia. «La survey spiega Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, porta a galla le criticità endemiche di un sistema bancario che, salvo rare eccezioni, ha mostrato una certa riluttanza ad applicare le misure contenute nel decreto liquidità, disattendendo l'invito dell'Associazione bancaria italiana alla semplificazione e alla rapidità di erogazione dei prestiti. Il 95% delle imprese ha richiesto prestiti per fronteggiare l'emergenza da Covid -19. Ma le banche traccheggiano, ritardando i tempi di erogazione, moltiplicando la documentazione da esibire fino a piazzare polizze assicurative agganciate alla concessione dei finanziamenti garantiti dallo Stato». Garanzie. Dall'indagine emerge poi un quadro ancor più impressionante, in cui alla dilatazione dei tempi di erogazione si sovrappone la richiesta di valutazioni di merito creditizio non contemplate dal decreto liquidità.