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26 aprile 2020

Covid-19: CAO Torino, verso la Fase 2, in un primo webinar risponde ai suoi iscritti

L’industria degli eventi e della Live Communication
lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Patrizia Biancucci



Cosa fa la CAO? Cosa fanno le associazioni di categoria? Quando possiamo ricominciare a lavorare? Come dobbiamo prepararci per riaprire in sicurezza? A queste e ad altre domande la CAO di Torino ha ritenuto opportuno rispondere, per quanto possibile, attraverso il primo webinar “CAO Torino e i suoi iscritti: insieme verso la Fase 2” trasmesso in diretta sulla pagina Facebook dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri venerdì 24 aprile 2020 dalle ore 15 alle 17 e seguito da circa 500 dentisti non solo piemontesi. L’obiettivo è stato avvicinare gli iscritti all’Albo Odontoiatri e farli partecipare all’interlocutorio attraverso commenti, domande, rimostranze senza filtri, con una diretta pressoché improvvisata, a dimostrare che i rappresentanti istituzionali e sindacali stanno lavorando alacremente per soddisfare i bisogni della categoria, messa così tanto a dura prova da questa drammatica emergenza sanitaria, e soprattutto per elaborare un documento finale che tenga conto delle criticità e delle aspettative di tutti, indistintamente. A questo scopo la scelta dei relatori è ricaduta su rappresentanti provinciali ma anche nazionali: Gianluigi D’Agostino presidente CAO Torino e componente CAO nazionale, Virginio Bobba presidente ANDI Torino e componente ANDI nazionale, Giulio Del Mastro presidente AIO Torino e componente AIO nazionale. Infine l’avv. Roberto Longhin, uno dei massimi esperti legali in capo medico e odontoiatrico. A filtrare e riferire i commenti più pertinenti dei colleghi che hanno dimostrato una vivace partecipazione, la sottoscritta nel ruolo di moderatrice del dibattito. Ha aperto il webinar D’Agostino, ricordando che la sospensione dell’attività ordinaria negli studi, anziché un obbligo, è avvenuta per senso di responsabilità, mentre il Tavolo tecnico-scientifico della CAO nazionale, con molti esperti tra i quali Crisanti e Pregliasco, è impegnato pressoché quotidianamente a elaborare le indicazioni per la fase 2, che quasi certamente non coinciderà con il 4 maggio; tamponi e test rapidi ancora poco affidabili, l’attesa della convenzione in corso con la protezione civile per rifornirci e concordare i prezzi dei DPI. Richiesto anche l’obbligo per le banche di concedere il prestito di 25 mila euro, a volte negato. Conclude dicendo che gli esperti prevedono un periodo di circa 24 mesi per tornare alla normalità.

L’impegno di ANDI Torino è sotto gli occhi di tutti: oltre al gesto simbolico di regalare 5 mascherine FFP2 a ogni socio, Bobba raccomanda di fare attenzione alle truffe per ogni sorta di approvvigionamento, per poi avvertire che la Cassa Integrazione in deroga, quasi inventata per noi, è un punto dolente a causa della troppa burocrazia, ulteriormente aumentata in questa emergenza, tanto che sebbene tutte siano state accolte, delle 28 mila domande in Piemonte solo 12 dipendenti l’hanno già presa; di buon auspico il passaggio da 10 dipendenti a 50 in Regione per sveltire le pratiche. Anche E.BI.PRO. offre 250 euro ma deve anticiparli il datore di lavoro.  Tema caldo quello del sussidio ENPAM sul quale Del Mastro è stato molto chiaro in riferimento ai 1.000 euro, motivo di comprensibili controversie, dal momento che ENPAM subisce già una tassazione pari a 140 milioni di euro/anno, dunque già tassati, da cui dobbiamo detrarre il 20% per arrivare a 800 euro erogabili per non più di 3 mesi; su questi gli iscritti all’ente previdenziale pagheranno la loro quota di tasse in base al reddito, per cui la cifra si riduce ulteriormente a circa 3-400 euro. La richiesta è che siano esentasse come il sussidio statale. In ogni caso Enpam sta studiando altre modalità di sussidio anche per chi ha saltato qualche rata, consentendone una notevole diluizione, per i pensionati e gli specializzandi. Diverso per i dentisti contagiati da Covid e/o compresi in zona rossa che hanno diritto all’indennità di 82 euro al giorno per dichiarata calamità naturale. Anche possibile un anticipo del 15% sulla pensione accumulata e per tutto questo Enpam mette a bilancio 340 milioni, mentre se dovesse erogare il sussidio a tutti diventerebbero 800 mila euro al mese con il rischio di azzerare il patrimonio. Del Mastro conclude dicendo di non confondere Enpam con lo Stato, che dovrebbe far fronte a questa incresciosa situazione.

L’avv. Longhin, dopo aver messo in evidenza la contraddittorietà delle informazioni e dei suggerimenti per la popolazione (mascherine non servono ma meglio metterle, facciamo i test ma forse sono inutili perché inaffidabili, e ognuno la racconta come vuole) sostiene che, sebbene i dentisti siano i più preparati ad affrontare il rischio contagio, il problema va risolto con le necessarie indicazioni per evitare la colpa. Riguardo il triage telefonico fatto dall’assistente o dalla segretaria, bisogna distinguere la mera acquisizione di dati (assistente) dalla interpretazione degli stessi (odontoiatra). In riferimento ai compensi previsti nelle convenzioni, tenendo conto che lo studio avrà maggiori costi e meno profitti, sebbene si tratti di contratti privati e commerciali su cui l'Ordine non può intervenire, Longhin prevede che dovrà esser la Fnomceo a intervenire per cautelare i dentisti con l’equo compenso, rispetto al quale la Cao nazionale aveva stilato un nomenclatore già 18 mesi fa e che verrà ripresentato, sperando che non cambi di nuovo il Governo.

Insomma, malgrado tanti temi al vaglio, tanta preoccupazione dei professionisti odontoiatri, tante incertezze sulla prossima riapertura, l’incontro si è concluso con alcuni elemento positivi: la massima disponibilità dei rappresentanti professionali e istituzionali che stanno lavorando insieme per sostenere l’intera categoria, la riconquista della figura del medico che cura le persone riconosciuta dalla gente, l’informazione ai pazienti, l’innovazione, la verticalizzazione delle competenze, il legislatore che sembra avere un occhio di riguardo e di attenzione lasciando più spazio alle professioni in generale per poi farne tesoro, il maggior utilizzo della tecnologia nel management dello studio e nel rapporto medico/paziente. L’ultimo pensiero è andato al collega Ivano Garzena, prima vittima del Covid in Piemonte a soli 49 anni.