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11 aprile 2020

Monitoraggio a distanza del paziente ortodontico

L’industria degli eventi e della Live Communication
lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Patrizia Biancucci



Nel decreto n.34 emanato dalla Regione Piemonte il 21marzo 2020, che prevede la chiusura di tutte le attività professionali, non è compresa quella degli studi odontoiatrici, per la loro natura di servizi sanitari. Altrettanto chiaramente sono consentite solo le prestazioni urgenti e indifferibili, mentre è esclusa l’attività ordinaria. Ciò significa che, come tutti, anche il dentista ha l’obbligo di rimanere a casa salvo rendersi reperibile per i propri pazienti in casi realmente urgenti, che peraltro in odontoiatria sono veramente pochi. L’ortodonzia è una branca che, sebbene non soggetta a frequenti urgenze solitamente di poco conto (un filo che punge, un attacco che viene via, ecc.), merita tuttavia qualche considerazione a parte essendo per sua natura legata a trattamenti lunghi nel tempo con necessità di regolari controlli. È vero che ci sono apparecchi che possono rimanere in bocca anche senza l’immediato intervento dell’operatore, ma è altrettanto vero che nei casi più complessi e delicati (ad esempio il distacco rapido della sutura palatina o il trazionamento chirurgico di un dente incluso) la sospensione improvvisa del trattamento può creare problemi che in seguito saranno certamente recuperati, ma a fatica. Quanto detto vale soprattutto per gli apparecchi fissi, mentre la terapia con apparecchio mobile è meno preoccupante. L’utilizzo di allineatori trasparenti si pone a cavallo tra questi due estremi perché, una volta fatta la diagnosi e impostato il piano di terapia, il paziente ha a disposizione un certo numero di allineatori che può indossare da solo senza la necessaria presenza dell’ortodontista. In condizioni normali i controlli con cambio di mascherine avvengono ogni 4-6 settimane, ma adesso in tempo di Coronavirus possiamo in qualche modo gestire e monitorare a distanza i pazienti, con il duplice scopo di evitare spiacevoli sorprese e fare in modo che non si sentano abbandonati dal proprio dentista. Il dr. Matteo Reverdito è un ortodontista estremamente scrupoloso ma soprattutto vive il legame con i propri pazienti con profondo rispetto, con senso di responsabilità e con una sorta di amore che va al di là del puro dovere professionale. Tutto questo emerge dalle risposte alle domande che gli abbiamo rivolto.

Dr. Reverdito, in questo periodo di isolamento obbligato la domanda nasce spontanea: che ne sarà dei nostri pazienti? Ha qualche consiglio?
Noi odontoiatri non siamo in prima linea nella lotta contro il Covid-19, cionondimeno possiamo giocare un ruolo importante nel prenderci cura dei nostri pazienti, nel fare in modo che si sentano seguìti e non abbandonati e nell’evitare possibili problemi in questo periodo di isolamento. E questo è ancora più importante per i pazienti che hanno una terapia o un trattamento in corso. Grazie alla tecnologia noi possiamo continuare a fare il nostro lavoro senza abbandonare nessuno, possiamo dimostrare che teniamo al nostro paziente anche quando non viene in studio, possiamo farci sentire ancora più vicini rispetto alle due parole e all’affrettata stretta di mano di quando li incontravamo di persona. In mancanza di questo, comunque, non dobbiamo disperare: ci sono infatti altri modi per farci sentire vicini ai nostri pazienti e controllarne i progressi in bocca, anche se in modo più approssimativo. Viviamo in un mondo così interconnesso che riuscire a vederci a distanza non è davvero un problema.

Dal momento che nessuno sa quando riapriranno gli studi dentistici, come facciamo a rassicurare i pazienti che sono in terapia ortodontica?
Da ortodontista il mio pensiero va subito ai pazienti che hanno un apparecchio in bocca e devo confessare che in queste settimane mi sono sentito avvantaggiato per aver ridotto quasi a zero l’utilizzo delle apparecchiature fisse a favore degli allineatori trasparenti. Senza entrare nel merito delle diverse tecniche ortodontiche, è evidente che i controlli nella terapia fissa richiedono attivazioni e modifiche da effettuare in studio di persona, cosa che adesso è impossibile. Diverso è poter proseguire a distanza e senza urgenze un trattamento ortodontico con allineatori, che sia per un paziente in vacanza, un paziente che vive all’estero o per una chiusura forzata come adesso. Ciò è possibile quando il piano terapeutico è progettato digitalmente prima dell’inizio del trattamento stesso tramite un software di simulazione tridimensionale. Questo software ci permette, già in fase di progetto, di applicare tutte le nostre conoscenze ortodontiche e le considerazioni diagnostiche in un piano di trattamento e poi di trasferirlo gradualmente alla bocca del paziente, lasciandoci decidere il momento migliore per far entrare in azione ogni forza biomeccanica.

Questo vuol dire che la tecnologia ci viene in soccorso per un monitoraggio remoto?
Io credo che il grande valore dell’ortodontista risieda proprio nella sua capacità medica di eseguire un’accurata diagnosi e una precisa pianificazione del piano di trattamento, soprattutto quando si influenza la funzione o la crescita di una persona. Fatto questo e applicate in una singola seduta alcune componenti fisse, il resto del trattamento può essere seguito quasi interamente a distanza. Le visite successive, infatti, non servono ad attivare l’apparecchiatura come per le tecniche tradizionali, ma principalmente a controllare che il trattamento stia seguendo il progetto iniziale. Ecco che in tutte queste fasi, che possono durare anche più di un anno, può entrare in gioco il monitoraggio remoto del trattamento e risolverci tanti problemi in periodi di lontananza dei pazienti: lontananza forzata come adesso, ma anche molto più semplicemente durante lunghe vacanze estive o per pazienti spesso lontani per motivi di studio o di lavoro. Esistono infatti alcuni dispositivi studiati per il monitoraggio a distanza, di cui uno già molto diffuso negli Stati Uniti che, utilizzando il cellulare del paziente montato su un dispositivo con divaricatore labiale, permette ad un sistema di intelligenza artificiale di analizzare i filmati delle arcate e dare all’ortodontista, e di conseguenza al paziente, indicazioni su quanto la situazione clinica stia seguendo il progetto digitale. Questo sistema al momento rappresenta lo stato dell’arte per il controllo a distanza del trattamento ortodontico, che sia fisso o con allineatori.

Dr. Reverdito, alcune aziende offrono una piattaforma dedicata: quali sono?
Un modo semplice e professionale per fare una visita “virtuale” ai nostri pazienti è per esempio una piattaforma chiamata Smile Consult, messa a disposizione da una importante azienda che produce allineatori trasparenti, ma che è liberamente utilizzabile anche per i pazienti che utilizzano altre apparecchiature. Basata su una piattaforma per videoconferenze, con un semplice click permette al paziente di collegarsi a noi con audio e video e consente a noi, dopo averlo tranquillizzato e avergli fatto sentire un po’ di quel calore umano che la circostanza ci ha tolto, di guardarlo in bocca e di mostrargli dal nostro PC il progetto digitale, il grado di avanzamento raggiunto, le fotografie iniziali e tutto ciò che potremmo mostrargli fisicamente nel nostro studio per istruirlo e motivarlo.
Se il paziente ha un apparecchio tradizionale in bocca, si possono valutare a distanza deformazioni, fratture, scementazioni, lesioni alle mucose, infiammazioni da scarsa igiene, o altre situazioni che possono richiedere un intervento in urgenza nello studio, con la possibilità di organizzarsi di conseguenza.

Visto che la consegna degli allineatori non può avvenire in studio, come possiamo fare? Quali opzioni?
Se il paziente utilizza allineatori è molto improbabile che siano necessari interventi in urgenza o che l’igiene peggiori durante il trattamento e quindi, dopo il controllo online, è spesso sufficiente fornire gli allineatori successivi. La consegna degli allineatori è un altro protocollo che in fase di isolamento ha dovuto subire qualche adattamento: non è giustificato far uscire i pazienti con autocertificazione per ritirarli e quindi dobbiamo essere noi a portarli a loro. Il modo più semplice è spedirli via posta, insieme ad eventuali elastici, dopo aver indicato sulle singole buste la corretta tempistica, come abbiamo già spiegato al paziente durante la visita.

Dr. Reverdito, come dobbiamo regolarci con i pazienti durante il trattamento con allineatori trasparenti?
Ai colleghi che hanno in cura pazienti con allineatori, posso consigliare di seguire uno schema del genere riguardo la velocità dei cambi:
- se al paziente mancano solo pochi allineatori, ipotizziamo fino a 5, il trattamento è praticamente alla fine, quindi possono lasciar cambiare gli allineatori con il solito ritmo e poi attendere la riapertura dello studio indossando l’ultimo allineatore solo durante la notte.
- se al paziente mancano circa 5-10 allineatori, meglio rallentare il cambio per essere sicuri di finire la serie in un periodo più sicuro, come giugno o luglio
- se al paziente mancano oltre 10-15 allineatori, la serie finirà probabilmente già nei mesi estivi e quindi è possibile proseguire con la frequenza di cambio stabilita all’inizio, anche se un minimo di cautela è d’obbligo e sarebbe prudente un leggero rallentamento nei casi più complessi.

E per chi ha progetti in corso?
Posso sinteticamente consigliare di posticipare di una decina di fasi l’applicazione di attachments o protocolli particolari da eseguire in studio, sempre con l’obiettivo di non far muovere i pazienti ipoteticamente fino a maggio-giugno; preferire i tagli per elastici, al posto dei bottoni, non bondabili al momento e comunque a rischio distacco come i brackets degli apparecchi fissi; rallentare la velocità dei movimenti più complessi fino al posizionamento degli attachments, per ridurre in quella fase prolungata eventuali problemi di tracking e conseguente perdita di adesione degli allineatori.

Dr. Reverdito, come fare con i bambini che utilizzano gli allineatori?
Per i bambini in trattamento con allineatori il prolungare i giorni di utilizzo per ogni mascherina è un po’ un rischio, perché queste solitamente si rovinano più velocemente rispetto a quelle dei pazienti adulti, oltre all’incognita dei denti in permuta. Consiglierei quindi di proseguire con il cambio settimanale standard e, finita la serie, di attendere l’apertura degli studi con una fase di contenzione notturna con l’ultimo allineatore disponibile. Oltre a questo, consiglio anche di sfruttare la possibilità della visita online, per controllare la situazione e tranquillizzare soprattutto i genitori.

Lei che è molto attivo in campo professionale, con quale spirito sta vivendo questa emergenza sanitaria?
Il momento è drammatico, con medici allo stremo delle forze, famiglie che piangono i loro cari, professionisti e aziende con un futuro incerto; io stesso piango un carissimo amico, nostro collega, che ha lasciato pochi giorni fa moglie e figlio a soli 48 anni. Ciononostante, non possiamo e non dobbiamo perderci d’animo. È un nostro dovere nei confronti delle nostre famiglie e dei nostri pazienti, che hanno sempre contato su di noi, le une per il sostentamento e il supporto umano e gli altri per il nostro aiuto professionale. In questo momento di emergenza ambedue hanno bisogno di noi ancora di più. Non è affatto il momento di farci cogliere dalla depressione o dall’ansia, né di oziare sul divano, ma di studiare come adattarci alla nuova situazione per poi riuscire a continuare nella nostra vita, nel nostro lavoro e nella nostra missione.

Dr. Reverdito, qual è il messaggio che abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri pazienti ortodontici?
Credo che il messaggio da far arrivare ai nostri pazienti sia soprattutto che noi ci siamo, medici, odontoiatri, ortodontisti. Siamo isolati per il bene di tutti, ma siamo vicini. Può essere un forte messaggio da parte di tutta la categoria. E grazie a noi la tecnologia, solitamente fredda, piena di cuori ma drammaticamente vuota di veri sentimenti, può trasformarsi in un mezzo eccezionale di calore umano, di rispetto e di etica medica.