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15 novembre 2020

Intervista al presidente AISO uscente, Gregorio Tortora

Redazione Management Odontoiatrico

Buongiorno dott. Tortora, innanzitutto, qual è stato il suo percorso Universitario?
Buongiorno, partirei dai test di ingresso che con dedizione ho superato. Il primo test cui ebbi l’esito positivo fu quello presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, mi immatricolai anche! Superai anche il concorso di Medicina al Campus Biomedico di Roma e il concorso di Odontoiatria alla Cattolica. Tuttavia, dopo aver superato il test in Statale, decisi di seguire i passi della mia famiglia e di frequentare l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, università che mi ha dato molto sia in termini culturali che personali. Posso quasi dire di essere entrato in un modo e uscito in maniera completamente differente. Doverosamente mi sento di ringraziare il Prof. Sandro Rengo e la Prof.ssa Rosa Valletta che sono stati come dei genitori. Tuttavia si cresce, si cambia e si vuole cercare altrove. Oggi sono uno specializzando in Ortognatodonzia presso l’Università degli Studi di Milano. Altra università che, grazie al prof. Farronato, mi ha accolto a braccia aperte e dalla quale imparerò molto. Milano potrà offrirmi diverse strade e opportunità che avrei perseguito a Napoli con maggiori difficoltà.

Come past president dell’AISO, potrebbe dirci quali sono stati i successi ottenuti dall’associazione durante il suo mandato?
Se ci troviamo a fare questa intervista è perché AISO si è fatta conoscere. Ho seguito la scia dei miei predecessori cercando di far crescere sempre più questa realtà associativa che rappresenta una famiglia. Ogni accordo, ogni nuova sede, ogni nuovo sponsor è avvenuto sotto la mia presidenza ma io, ovviamente, non sono l’unico artefice. Abbiamo sempre lavorato in gruppo, confrontandoci e sostenendoci. Ringrazio quindi tutto il mio direttivo nazionale. Nel dettaglio, abbiamo firmato protocolli di intesa con ANDI (permettendo la gratuità di iscrizione nei due anni dopo la laurea), con SUSO (permettendo simili agevolazioni), abbiamo aperto 4 nuove sedi locali, abbiamo stretto accordi con numerose aziende, tra cui Align... Ci siamo fatti conoscere da UNIDI organizzando, grazie alla dott.ssa Gianna Pamich, simposi durante l’ExpoDental di Rimini (sfortunatamente rinviati). E tanto altro consultabile attraverso il nostro sito web.

Durante la sua presidenza avrà avuto modo di affrontare le problematiche del passaggio da studente a libero professionista. Ora che ha finito il suo percorso accademico ci potrebbe raccontare quali difficoltà ha riscontrato e quali invece sono stati dei punti di forza che ha appreso in fase di formazione?
Fortunatamente sono figlio d’arte quindi non ho avuto molte difficoltà. Fin da piccolo ho frequentato lo studio di mio padre. Mi rendo però conto che l’università non ci forma dal punto di vista della gestione di uno studio. Molti non sanno cosa sia una partita iva, cosa fare per l’autorizzazione sanitaria. Ma cosa più importante, nessuno ci dice come subentrare nello studio di un nostro parente. AISO si è attivata su questo e, insieme al prof. Pelliccia, eccellenza nel suo campo, sta organizzando seminari che seguono queste tematiche. I prossimi topic saranno:
- “Figli d’arte: come importare in modo sereno e proficuo per tutti il passaggio generazionale?”
- “Consulente o titolare? Quali i pro e contro di ogni scelta?”
- “Da studente a lavoratore: quale percorso scegliere e quali competenze sviluppare”

Come valuta la mancanza di un tirocinio a differenza di quanto avviene per altre facoltà di medicina?
Mancanza di un tirocinio è un’iperbole? È vero che le università possono offrire molto di più però non parlerei di totale assenza. Durante la mia presidenza, fui invitato dal Prof. Lo Muzio in conferenza permanente dei presidenti di Corsi di Laurea e in tale sede mi lamentai dei tirocini scarni di contenuti. Proposi una scheda di valutazione da sottoporre agli studenti creando dei disordini in sala. Alcuni presidenti, veri professori che volevano migliorare il proprio corso di studi, capirono e cercarono il confronto. Altri lasciarono l’aula e altri ancora risposero “allora poi dovremmo mettere voti bassi?” Non siamo noi quelli dell’era del 18 politico. In ogni modo, fortunatamente la maggior parte capì e, già attivi, continuarono a migliorare l’offerta formativa. Poi venne il COVID…

Da diverse analisi e articoli emerge che i nuovi odontoiatri siano più orientati a diventare dipendenti o collaboratori piuttosto che degli “imprenditori”. Cosa ne pensa?
Ero presente quanto il Pres. Ghirlanda, in un congresso ANDI con i giovani, mostrò come verso i 32 anni i dentisti aprissero uno studio. Supponiamo che io non sia figlio d’arte e che non appartenga ad una famiglia benestante, mi laureo a 25 anni e cosa so fare? Mi prendo la responsabilità di fare un immane investimento? No. Continuo i miei studi, frequento ancora il policlinico, spendo soldi in quello stesso policlinico per fare master e corsi di perfezionamento. Raramente è possibile entrare in specialità subito dopo la laurea. Per ora ho 27 anni. Entro in specialità e passano almeno altri 3 anni. Concludo il tutto ad almeno 30 anni. Nel mentre ho guadagnato qualcosa e posso pensare ad aprire uno studio monoprofessionale o, forse meglio, un’associazione tra professionisti ricercando sempre la superspecializzazione e l’eccellenza.

La difficoltà che hanno i giovani laureati nell’aprire uno studio è collegata ad una non adeguata formazione manageriale?
In parte si!

Pensa che un neo laureato come lei possa essere più favorevole ad entrare in un’ottica di acquisizione di uno studio già attivo per una semplificazione delle competenze gestionali? Quale apporto ritiene che un giovane possa dare a un collega che si avvicina al termine dell’attività lavorativa?
Se è un collega che si aggiorna costantemente, che vive il progresso tecnologico, che è già un superspecialista, nessuno! Se è un dentista generico, che ovviamente non ha il tempo per aggiornarsi su tutte le branche dell’odontoiatria, sicuramente potrà raccogliere più pazienti.

Quali prospettive vede per i giovani laureati?
AISO crea una rete in tutta Italia. In realtà anche all’estero. Spero che i giovani laureati cerchino l’eccellenza, si specializzino e si settorializzino in qualcosa. Se vogliono essere imprenditori, possono fondare un’associazione tra professionisti o altro. Se vogliono solo lavorare, mi auguro di farlo ai massimi livelli e per tutta l’Italia. Mi auguro di diventare un grande ortodontista e di fare consulenze negli studi dei miei amici, che, grazie ad AISO, ho in ogni regione.