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03 aprile 2020

Alessandro Griffa, chirurgo maxillo-facciale “trasfrontaliero”

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Patrizia Biancucci

Un lungo iter di studi quello del dr. Alessandro Griffa, 44 anni, laurea in Medicina e Chirurgia con lode nel 2000, Specializzazione in Chirurgia maxillo-facciale nel 2005 sempre con lode, il tutto presso l’Università di Torino dove è rimasto per una decina d’anni senza mai essere un vero e proprio “strutturato” ( professore a contratto, consulente, co-co-co e cose così). Non c’è dunque da meravigliarsi che il professionista Griffa, preparato e lungamente formato in Italia, appartenga alla categoria che va sotto la triste dicitura “fuga di cervelli”, perché di un cervello non comune si tratta, ma che, per sua fortuna, si è fermato nella zona transfrontaliera francese. Nel 2014 infatti si è trasferito presso il Centre Hospitalier des Escartons come PHC en Chirurgie Maxillo-Facial et Stomatologie, e dal 2019 è responsabile dell’Unità Funzionale di Chirurgia Maxillo-Facciale e Stomatologia del Centro Ospedaliero di Briançon.

Dr. Griffa, come è approdato in Francia?
La mia attività in Francia è iniziata a gennaio 2014, su proposta di un collega otorinolaringoiatra che aveva effettuato parte dei suoi studi specialistici presso il prestigioso servizio ORL dell’Ospedale di Lione, allora diretto dal prof. Pignat. Dopo questa esperienza formativa in un grosso centro universitario, ebbe l’occasione di divenire il responsabile del Servizio di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale in un piccolo ma dinamico ospedale di “frontiera”, il Centro Ospedaliero des escartons di Briançon, con un grande bacino d’utenza e ospedale di una rinomata cittadina di villeggiatura, che dalle 20.000 unità arriva a circa 240.000, nelle alte stagioni invernali e estive.
La sfida era quella di fornire una assistenza specialistica specifica in campo Maxillo-Facciale e Stomatologico, pressoché assente fino ad allora. Ad oggi io continuo ad essere l’unico specialista in Chirurgia maxillo-facciale e Stomatologia presente sul Dipartimento 05 (Gap), tenendo conto che sul territorio francese il rapporto CMF/popolazione è circa 1,9:100.000. A dicembre 2019 mi è stata ufficialmente assegnata la responsabilità dell’Unità Funzionale di Chirurgia Maxillo-Facciale e Stomatologia, incorporata nell’Unità di Chirurgia Testa-Collo congiuntamente al Servizio ORL e di Oftalmologia. Attualmente il Servizio di Chirurgia Testa-Collo conta 9 operatori ed ospita regolarmente con cadenza semestrale medici in formazione specialistica, frutto della collaborazione con l’Università Francese (Marsiglia, Grenoble e Lione) e con l’Università Italiana (Torino, Novara, Milano, Napoli, Ferrara).

La sua laurea in Medicina e la specializzazione in Chirurgia maxillo-facciale sono pienamente riconosciute in Francia?
Per poter esercitare la professione medica in un paese comunitario UE è necessario il riconoscimento dei titoli che viene rilasciato dal Ministero della Salute. Occorrono circa 3 mesi per ottenere i certificati del riconoscimento della Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, della Specializzazione, dell’Abilitazione Professionale e del Good-Standing. Una volta ottenuto il riconoscimento dei titoli dal Ministero competente è necessario procedere all’iscrizione all’Ordine dei Medici, presso il quale deve essere preliminarmente sostenuto un esame di conoscenza della lingua per la definitiva incorporazione nel sistema sanitario francese, pena l’impossibilità di esercitare sul territorio nazionale, indipendentemente che si tratti di servizio sanitario nazionale o di attività in “liberale”, ossia nel privato.

Visto che anche in Francia medicina e odontoiatria sono separate come in Italia, come si svolge la sua pratica quotidiana?
Si, non solo Medicina e Odontoiatria sono nettamente separate come in Italia, ma in Francia anche gli Ordini professionali sono separati: ordine dei medici (Ordre National des Medecins) e ordine degli odontoiatri (Ordre National des Chirurgien-Dentiste). Per quanto concerne le competenze, in Francia esiste una reale e riconosciuta sovrapposizione di competenze e una fattiva collaborazione tra la chirurgia maxillo-facciale/ stomatologia e l’odontoiatria. Le singole competenze dei professionisti sono ampiamente accettate, rispettate e condivise (vedi implantologia). Al chirurgo maxillo-facciale viene riconosciuta di default la competenza in Stomatologia, ma non il conferimento del titolo al momento dell’iscrizione all’Ordine dei Medici, vale a dire che lo Stato francese riconosce il nostro titolo modificandolo in “Specialista in chirurgia maxillo-facciale e stomatologia”

Vuole dire che non pratica esclusivamente la chirurgia maxillo-facciale?
Esatto. La mia attività, oltre alla chirurgia maxillo-facciale ed alla stomatologia, verte su diverse branche della specialità: chirurgia endoscopica rino-sinusale, chirurgia oculo-palpebro-lacrimale, chirurgia onco-dermatologica del viso. Il servizio prevede anche un percorso per le cure dei disabili e dei migranti, aspetto a cui lo stato francese è molto sensibile, in accordo con le politiche sociali.

In Francia che tipo di contratto ha?
Nella sanità francese esistono differenti tipologie di contratto, siano essi a tempo determinato che indeterminato, ma con una maggiore flessibilità rispetto al sistema sanitario nazionale italiano. Esistono ad esempio praticien hospitalier, praticien contractuel, praticien attaché, praticien attaché associé, praticien clinicien, etc. Io attualmente ho un contratto part-time a tempo indeterminato.

Dr. Griffa, a quale ente versa i contributi previdenziali?
I praticiens hospitaliers, agenti non titolari di stato, sono affiliati obbligatoriamente a due regimi pensionistici: il regime di base generale, gestito dalla cassa nazionale di assicurazione vecchiaia (CNAV), e il regime complementare pensionistico degli agenti non titolari di stato, gestita dall’IRCANTEC (istituto di pensione complementare degli agenti non titolari di stato delle collettività pubbliche). Se in aggiunta si esercita una attività privata il medico sarà affiliato ai regimi obbligatori della CARMF (cassa autonoma pensionistica dei medici di Francia). Età minima 62 anni, 167-172 trimestri per averne diritto. Sia per i medici pubblici che per i privati la pensione di base è calcolata a partire dal salario medio dei migliori 25 anni di attività.

Quindi avrà solo la pensione francese?
No, avrò anche la pensione italiana ENPAM; purtroppo non esiste attualmente in Europa un sistema in grado di contemplare tutte le “situazioni contributive” di un soggetto sanitario che opera in diversi stati contemporaneamente. Dal momento che questo si verifica sempre più spesso, credo sia un importante “spunto di discussione” per il nostro ente previdenziale italiano.

Dr. Griffa, lei è laureato in Medicina e specialista in chirurgia maxillo-facciale: con il suo titolo può esercitare l’odontoiatria in Francia?
No, non si può esercitare l’odontoiatria, ma al medico chirurgo specialista in chirurgia maxillo-facciale sono riconosciute anche tutte le prerogative del chirurgo orale senza vincoli né limitazioni.

Francia vs Italia: lei che ha lavorato anche in Italia sa dirci vantaggi e svantaggi?
La Francia, Paese ricco di cultura e di opportunità lavorative, permette agli specialisti della salute di esprimere appieno le proprie capacità, esercitando la professione con un maggior livello di autonomia, la possibilità di usufruire di migliori incentivi economici e un clima organizzativo più confortevole; infatti, nonostante le ultime notizie riguardo il cambiamento del servizio sanitario francese, quest’ultimo rimane un sistema significativamente più dinamico rispetto a quello italiano. Basti pensare che la mobilità degli operatori tra gli ospedali della Francia metropolitana ed extrametropolitana non è vincolata a concorsi. Più precisamente, il concorso per assumere lo stato di PH Praticien Hospitalier viene sostenuto soltanto una volta nella carriera professionale, dopodiché si ha diritto alla libera circolazione tra i vari ospedali pubblici, previo accordo con la struttura ricevente. La Francia, se paragonata all’Italia, conta numerose strutture sanitarie pubbliche e, se si considerano anche quelle presenti nell’area extra-metropolitana (ex-colonie), il numero aumenta significativamente. Inoltre gli incarichi nelle aree extra-metropolitane prevedono una remunerazione più alta. E comunque l’OCSE ci dice che la media degli stipendi in Francia è alta, non certamente paragonabili alla Germania ma sicuramente sensibilmente più alta di quelli in Italia.

Il medico regolarmente assunto nel pubblico può fare anche attività privata? Anche in intramoenia?
Si, si può fare attività privata. L’intramoenia è ammessa solo per i praticiens hospitaliers a tempo pieno.