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25 febbraio 2020

Prof. Ciavarella: scoperto a Foggia il marcatore predittivo della futura forma facciale

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Patrizia Biancucci



“Ottimo lavoro di squadra e significativa sinergia tra Atenei italiani hanno permesso a giovani docenti di segnare un altro importante traguardo scientifico per la comunità universitaria”.
Commentava così l’Ateneo di Foggia, il 19 dicembre 2019, i risultati della ricerca scaturita dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Foggia e quella de L’Aquila, dal titolo “Morphometric analysis of sella turcica in growing patients: an observational study on shape and dimensions in different sagittal craniofacial patterns”, pubblicata su “Scientific Reports”, la rivista scientifica inglese considerata la più prestigiosa nella comunità scientifica internazionale.
A guidare il gruppo di ricerca, che ha individuato nella parte centrale delle ossa della base cranica, sede della ghiandola ipofisi, un marcatore predittivo della futura forma facciale dei pazienti in età evolutiva, è stato il prof. Domenico Ciavarella, direttore della neonata Scuola di Specializzazione di Ortodonzia di Foggia (inaugurata il 17 dicembre 2019), esperto di Sleep Medicine e promotore del Master in Sleep Medicine (istituito il 9 maggio 2019). È al prof. Ciavarella, laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria, studioso di ortodonzia funzionale e crescita cranio-facciale, che rivolgiamo alcune domande sulla Scuola odontoiatrica foggiana che, in soli dodici anni, è diventata un riferimento nazionale sul piano didattico e scientifico anche per studenti e futuri professionisti, costretti spesso a emigrare dalla Puglia in altre regioni.

Prof. Ciavarella, “Morphometric analysis of sella turcica in growing patients: an observational study on shape and dimensions in different sagittal craniofacial patterns” è uno studio che ha avuto notevole risonanza nella letteratura scientifica. Ce ne vuole parlare?
Lo studio è il risultato dell’attenta osservazione della crescita cranio-facciale dei soggetti giovani. L’obiettivo del lavoro è stato la ricerca di marcatori scheletrici capaci di identificare precocemente la direzione di crescita delle ossa mascellari. Abbiamo così individuato nella parte centrale delle ossa della base cranica, sede della ghiandola ipofisi, un marcatore predittivo della forma facciale dei pazienti in età evolutiva e quindi possiamo conoscere in anticipo eventuali malformazioni che si svilupperanno nella crescita, quali il corretto rapporto osseo tra i mascellari, tra le arcate dentarie e problemi di allineamento dei denti, insieme con altro.

Dove è stato pubblicato?
Il lavoro è stato immediatamente accettato dalla prestigiosa casa editrice inglese Nature Publishing Group, una tra le più antiche edizioni scientifiche esistenti, e pubblicato su Scientific Reports, tra le 10 riviste più citate al mondo.

E a chi dobbiamo attribuire la paternità?
La ricerca nasce da una mia intuizione durante lo studio della crescita embrionale cranio-facciale. Dopo aver condiviso le informazioni con il prof. Claudio Chimenti ed il dr. Michele Tepedino, rispettivamente docente e ricercatore presso l’ Università degli Studi de L’Aquila, è stata avviata la ricerca.

Prof. Ciavarella, nella didattica lei spazia dall’Ortognatodonzia alle OSA , ai rapporti tra occlusione e postura fino ai materiali dentari: qual è la sua grande passione?
Gentile dr.ssa Biancucci, non le nascondo che la mia prima vera grande passione è la Gnatologia, una disciplina complessa da cui sono partito per approfondire tematiche complesse, quali la neurofisiologia del sistema cranio-cervicale e la crescita cranio-facciale. Dalla Gnatologia è derivata la mia attenzione per l’Ortognatodonzia e, nello specifico, per la parte riguardante la terapia ortognatodontica “funzionale”. Lo studio delle OSA è l’altra mia grande passione; la correlazione tra la morfometria cranica ed i disturbi respiratori nel sonno è materia di studio per gli specialisti di Sleep Medicine. L’insegnamento di Materiali Dentari è stato un ulteriore stimolo per la mia carriera accademica. Questa disciplina è considerata tra le più caratterizzanti il corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria. La responsabilità di fornire le corrette basi ai futuri Odontoiatri impone uno studio attento e una continua ricerca.

La Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia a Foggia, istituita un anno fa e di cui lei è direttore, ha già dato i risultati sperati in termini di organizzazione, numero di adesioni, riscontri positivi nella comunità accademica nazionale?
L’istituzione della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia, e il mio incarico di direttore, è stata una delle mie più grandi soddisfazioni. Come molto alto è il mio senso di responsabilità nel formare gli specialisti del settore e metterli in grado di operare in modo razionale ed etico. I risultati attesi sono già stati tanti, sia a livello nazionale che a livello internazionale.

Prof. Ciavarella, dal 9 maggio 2019 anche a Foggia un Master di II livello in Sleep Medicine: perché è così importante formare i medici e gli odontoiatri in questo campo?
Attualmente si stima che in Italia siano circa 5.000.000 i soggetti con DRS (Disturbi del sonno), ossia il 12% della popolazione generale adulta ancora in attesa di una diagnosi, e quindi di trattamento, mentre solo 20.000 risultano le vendite annue di respiratori a pressione positiva, per avviare la terapia domiciliare notturna. La Sleep Medicine è una disciplina in cui è fondamentale l’interazione tra gli specialisti dei vari settori della medicina e quindi necessita di azioni diagnostiche e terapeutiche coordinate tra diversi specialisti; la scelta terapeutica e il follow up devono essere frutto di una valutazione concorde presa dagli specialisti coinvolti nella gestione del paziente. Nel documento del Ministero della Salute sulla Prevenzione e PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) dell’OSA (Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno), in accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si sostiene che l’OSA ha tutti i requisiti per esser considerata una malattia cronica e come tale dovrebbe esser trattata. Il Master in Sleep Medicine parte proprio da questi dati per rivolgersi ai medici chirurghi e agli odontoiatri che vogliono approfondire le conoscenze nell'ambito delle sindromi ostruttive del sonno. L’obiettivo del corso, organizzato in lezioni frontali e live streaming di interventi chirurgici, è quello di fornire gli strumenti per diagnosticare l’esistenza, la gravità e il tipo dei disturbi respiratori del sonno, sia nei pazienti adulti sia nei bambini, identificarne i fattori causali per poi pianificare e realizzare interventi medici e/o chirurgici allo scopo di risolvere la patologia e prevenire le conseguenze generali della sindrome apneica, tra cui l’ipertensione, la morbilità accidentale legata alla sonnolenza diurna e gli accidenti cerebro-vascolari. Il Master, che dura un anno ed è tra i primi in Italia ad avere carattere multidisciplinare, è promosso e organizzato da un gruppo di ricerca composto dal prof. Lorenzo Lo Muzio, direttore del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, dalla prof.ssa Maria Pia Foschino Barbaro, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, dal prof. Michele Cassano e dal sottoscritto, con la preziosa collaborazione del prof. Donato Lacedonia e del dott. Roberto Sabato.

La terapia con allineatori trasparenti è uno dei suoi campi di ricerca: in quale misura ritiene che l’efficacia di questo nuovo sistema sia da attribuire ai dispositivi forniti dalle diverse aziende e/o alla perizia degli operatori?
Il trattamento ortodontico con gli allineatori negli ultimi anni è stato oggetto di studio del mio gruppo di ricerca. Conoscere e comprendere i materiali utilizzati durante un trattamento con gli allineatori è necessario per l’ortodontista al pari della conoscenza dei materiali utilizzati durante la biomeccanica. Per quanto riguarda il rapporto tra le aziende e gli specialisti del settore, ritengo che debba sempre essere l’operatore a scegliere la strategia terapeutica da adottare per poi delegare la costruzione degli allineatori all’azienda che reputa migliore, sia in termini di performance che di affidabilità del prodotto.

Altri progetti di ricerca nella sua Università? Se si, ce li può anticipare?
I progetti di ricerca saranno rivolti a implementare le informazioni circa l’efficacia dei dispositivi funzionali in Ortognatodonzia, allo studio delle OSA ed alla valutazione incrociata tra i modelli 3D e le radiografie dei pazienti che hanno fatto terapia ortodontica.