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19 luglio 2019

L’importanza del comprendere le esigenze manifeste e soprattutto i bisogni latenti del paziente che si siede sulla poltron

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Patrizia Biancucci



Il dr. Valerio Bini svolge la libera professione occupandosi prevalentemente di Odontoiatria Estetica e Smile Design. Membro Attivo IAED (Italian Academy of Esthetic Dentistry) e DDS (Digital Dentistry Society), ha sviluppato la metodica “Aesthetic Digital Smile Design ADSD”, previsualizzazione digitale utile all’analisi e alla pianificazione estetica odontoiatrica software assistita dei casi clinici con finalità estetica. Relatore al III Congresso Management dello studio e della professione odontoiatrica “La diagnosi come chiave di successo dello studio odontoiatrico” 27-28 settembre 2019 a Marina di Carrara, il dr. Bini ci anticipa qualche spunto inerente il suo intervento dal suggestivo titolo “Il Mandato Psicologico in Odontoiatria Estetica tra Comunicazione e Digital Dentistry”.

Dr. Bini, smile makeover, vale a dire il rifacimento del sorriso, sembra essere diventato un imperativo categorico nell’attuale odontoiatria che punta all’estetica e ingloba il concetto di bellezza. Come lo spiega?
L’evoluzione del concetto Bellezza, oggi largamente diffuso grazie alle strategie del web, ha aumentato la sensibilizzazione del pubblico verso l’Estetica e l’ha orientato a desiderare anche una bella dentatura, in accordo con l’evoluzione culturale dell’immagine (fotografica, cinematografica), già a partire dai primi del ‘900. Di pari passo, soprattutto negli ultimi anni, sono progredite le tecniche e le tecnologie in medicina e in odontoiatria, attraverso un enorme salto di immagine che ha cambiato il volto della nostra professione odontoiatrica.
Le persone ora sanno che l’estetica del sorriso gioca un ruolo chiave nella personale percezione di benessere, di accettazione sociale, di successo nel lavoro e nella vita di relazioni, e dunque contributo fondamentale alla propria autostima.
Sebbene la società moderna configuri “il bello” come uno sterile insieme di misura, simmetria e proporzione, in realtà l’Estetica è la “fusione armoniosa” tra bellezza ed arte, per cui di conseguenza l’Odontoiatria Estetica è un gioco sapiente di equilibri tra denti, gengive, labbra, viso e individuo che il clinico, artigiano e scultore del sorriso, sa interpretare e, anziché limitarsi all’uso di fredde regole matematiche, valuta l’equilibrio del disegno e la composizione degli elementi dentali nel contesto Face & Smile. L’impegno di questo tipo di Odontoiatra-architetto consiste nel sinergizzare le capacità necessarie a vedere l’insieme e la globalità di “Arte & Percezione Visiva”.

Siamo nell’era della comunicazione mediatica, molto per immagini e per “sentito dire”, da cui spesso emerge una semplicistica quanto effimera visione del sorriso estetico. Ritiene che in Odontoiatria ci sia bisogno di una Comunicazione mirata basata sulla corretta informazione?
La comunicazione oggi è essenziale per aiutare i pazienti a districarsi nel mondo dei media, soprattutto i social, dove spesso viene trasmessa agli utenti un’immagine “fuorviata e/o fuorviante” dell’estetica applicata in campo medico, il più delle volte traduzione psicologica di una effimera visione del sorriso estetico. Il mio intervento a Marina di Carrara in settembre, tratterà un’introduzione al valore della “comunicazione verbale e non verbale”, proprio perché molti di noi addetti ai lavori (clinici, igienisti, assistenti di studio odontoiatrico e odontotecnici) abbiamo una conoscenza limitata dell’evoluzione storica e culturale del sorriso. Ho studiato con molta attenzione il percorso relativo a diversi concetti che tra loro interagiscono: la valutazione estetica del sorriso e la sinergia multidisciplinare con le altre branche affini della medicina, quali la medicina estetica, la chirurgia estetica e la chirurgia maxillo-facciale. Altro importante punto di forza è il concetto di benessere e di valutazione psicologica del sorriso basato sui fondamenti espressi dalla commissione bioetica; a questo proposito voglio ricordare che gli “obiettivi formativi specifici” della laurea in odontoiatria e protesi dentaria prevedono, tra gli altri, che il laureato sia “introdotto alla conoscenza delle nozioni di base della cura e dell’assistenza secondo i principi pedagogici, della psicologia, della sociologia e dell’etica”. L’etica nel rapporto con il paziente rappresenta dunque, anche per l’odontoiatra, via di approccio e obiettivo primario, soprattutto in fase diagnostica.

Dr. Bini, gli strumenti digitali che abbiamo a disposizione, dal suo punto di vista, sono un mezzo efficace per coinvolgere il paziente già nella prima fase di diagnosi odontoiatrica?
Per quanto il linguaggio verbale sia riconosciuto come il mezzo più importante per la comunicazione, è l’immagine digitale 2D/3D il linguaggio universale, facile, immediato e decodificato, da cui deriva l’informazione più originale e creativa, successivamente codificata nel linguaggio: è questa la mia visione di Smile Designer. Teniamo conto che oggi abbiamo a disposizione “protocolli di previsualizzazione” adottabili su software, alcuni dei quali appositamente dedicati, che diventano veri e propri strumenti clinici utili alla diagnosi attraverso “immagini”. Una procedura questa da adottare senza mai perdere di vista il valore etico del nostro “professare”, che ci impone di integrare la tecnologia “Smile Design e Cad Project” nel bagaglio diagnostico e in un dialogo esplicito, informato e non fuorviante con il paziente, vero protagonista dell’Odontoiatria Estetica.

Titolo della sua relazione al Congresso di Carrara “Il mandato psicologico in odontoiatria estetica tra comunicazione e digital dentistry”: cosa intende per mandato psicologico?
Ho sempre pensato che, per svolgere al meglio la nostra professione, sia necessario assumersi la responsabilità di quello che ho battezzato “ Mandato Psicologico” in Odontoiatria Estetica, in un mio articolo pubblicato di recente su Cosmetic Dentistry e Cad Cam Digital Dentistry e tradotto in varie lingue. In sostanza compete a noi clinici riuscire a comprendere le esigenze manifeste e soprattutto i bisogni latenti del paziente che si siede sulla poltrona; essenziale riuscire a comunicare e a trasmettere in maniera efficace i significati connessi al sorriso, la sua valenza legata alla vita di relazione, il contributo all’autostima e le motivazioni più profonde rispetto alla decisione di migliorare il proprio sorriso. Inoltre quale membro attivo IAED (Italian Academy of Esthetic Dentistry ) ritengo doveroso far capire al paziente il valore etico e pratico dell’Odontoiatra che si propone come punto di riferimento nell’estetica del Sorriso integrato al Viso.

Dr. Bini, quale domanda preferirebbe le fosse rivolta nel contesto di questo Congresso?
La stessa che un paziente mi rivolge al primo consulto medico odontoiatrico nel mio studio: “dottore, come sarà il mio nuovo sorriso?”
Ormai da molti anni la mia risposta è individualizzare sempre meglio il piano di trattamento, che, grazie all’avvento dell’odontoiatria digitale, è in grado di creare un risultato standard predicibile e compatibile con un risultato clinico ottimale. Relazionarsi professionalmente al “delicato approccio con il paziente” e tradurre il linguaggio “medichese” in una comunicazione decodificata, può essere oggi quel valore che il medico odontoiatra e l’intero team multidisciplinare dovrebbero contestualizzare nel fidelizzare il rapporto paziente-medico-odontoiatra. Ritengo che il dovere di ogni clinico sia valutare con molta attenzione gli aspetti psicologici, socio-economici, mediatici del valore estetico del sorriso, per poi integrarli nel corredo diagnostico e terapeutico personalizzati di ogni singolo paziente. Per questi motivi continuerò a sostenere a viva voce che ogni rapporto medico-paziente inizia con un delicato approccio e prosegue con un approccio altrettanto delicato.