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02 novembre 2020

Governare gli algoritmi, per un'odontoiatria digitale efficace, sicura, etica

By Patrizia Gatto

L’odontoiatria è la branca della medicina con maggiore digitalizzazione. Tecniche, prodotti, protocolli e vantaggi sono oggetto di innumerevoli corsi, del resto indispensabili perché l’utilizzo delle tecnologie digitali richiede una curva di apprendimento, che comporta teoria, pratica ed esperienza. I vantaggi sono garantiti in termini di tempo, per il terapeuta e per il paziente, di comunicazione, di diagnosi, di accuratezza del trattamento e addirittura, in certi casi, di sterilità. Parlando di innovazione digitale, il recente congresso nazionale residenziale della Coig Aiog a Bologna, svoltosi il 9-10 ottobre, ha declinato l’argomento anche sul piano dell’etica (Antonella Abbinante e Alessandro Nisio) e dell’odontoiatria legale (Maria Sofia Rini), temi meno trattati ma di notevole rilevanza. Volendo sintetizzare con le parole di Nisio si potrebbe parlare di etica degli algoritmi e di regole fondamentali del digitale, ovvero è l’uomo, il terapeuta, l’operatore sanitario che devono saper governare le macchine, i processi, i dati. Il livello di “fiducia” da delegare alle macchine lo determina l’etica, sottolinea Nisio, che parla addirittura di alleanza con le macchine perché bisogna sempre ricordare il principio di alleanza terapeutica con il paziente, che nasce da un rapporto umano etico. Il dato è un parametro che non ha un valore universale, deve rapportarsi sempre con il singolo paziente, la sua salute, il suo stato socio- economico, il suo livello di fragilità.

La tecnologia ha un grande ruolo, ma noi dobbiamo governare la direzione e farlo in modo etico. Per questo oggi si parla di “good tech o bad tech”. Se da un lato i sistemi digitali favoriscono la comunicazione con il paziente, è importante dare la corretta informazione da parte del terapeuta. Abbinante ricorda, a tal proposito, che la tecnologia regala l’estasi della velocità, ma il tempo della relazione con il paziente e dell’educazione fa parte della cura e non si può eliminare dall’agenda. Anzi, in tempi di pazienti “internet” e di sintomi che si trasmettono in 92 secondi, torna in auge la medicina narrativa dove la storia del paziente è un elemento fondamentale per decidere il piano di trattamento. Saper decidere anche sull’abuso della tecnologia, per esempio radiologica, salvaguardando gli interessi del paziente. Se all’articolo 11 del Codice Deontologico si parla di riservatezza dei dati, la protezione dei dati ha delle regole contenute nel Gdpr, che si basa sull’autoderminazione della persona. Le regole di riservatezza e protezione dei dati deve essere tenuta in considerazione nella gestione dei gestionali, nelle attività di telemedicina e di utilizzo dei social. In tempi di pandemia strumenti sempre più fondamentali, ma che devono saper essere governati da chi li usa. Quindi tutto il team odontoiatrico, anche gli odontotecnici qualora esterni allo studio, deve agire secondo conoscenze e principi etici ai fini della sicurezza del paziente, facendo squadra, possibilmente guidati da un leader e non da accoppiate di operatori sanitari.

Perché se la tecnologia semplifica, rende più esposti a problematiche” esordisce la Rini, “conoscere le regole per lavorare in serenità e difendere il portafoglio”. Dunque imparare a guidare la macchina e non essere guidati. Per fare un esempio concreto si cita lo scanner, che tra molte altre qualità, ad esempio, impedisce le infezioni. Ma con la tecnologia è facile fare promesse che non si possono mantenere: fondamentale saper trasmettere al paziente, sapere che tutti gli operatori del team rispondono del loro operato e che la responsabilità contrattuale crea obbligazioni tra il terapeuta e il paziente. Fondamentale dunque l’informativa e i documenti che si fanno firmare, perché le assicurazioni non coprono le promesse. Le scelte devono essere documentate e motivate, specie quando il paziente proviene da precedenti trattamenti. E in questo, scanner e foto digitali possono essere validi supporti.

Per quanto riguarda il gestionale è importante che i dati siano immodificabili e non devono essere alterati per essere validi presso un medico legale.
Ricordarsi sempre che, con un’odontoiatria in continua evoluzione, bisogna considerare la responsabilità e cioè farsi carico del proprio operato e delle sue conseguenze, con una presa in carico completa del paziente da parte del team odontoiatrico. La L. 219/217 impone la documentazione dell’informativa e del consenso alla terapia scritta o videoregistrata o comunque documentata, fissando un punto di partenza e un punto di arrivo, la volontà e la condotta del paziente. Paziente che, se chiede la documentazione, va rilasciata (radiogrammi, fotografie e filmati, esami, modelli, dichiarazione di conformità, documentazione amministrativa, tra cui i consensi).

Se l’odontoiatria digitale passa da una maggior professionalità, documentazione, semplicità operativa, maggiori conoscenze del dato tecnico, allora diventa davvero un valido ausilio nelle mani dell’operatore.