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08 luglio 2019

Cosa deve sapere l’odontoiatria e l’odontotecnico sull’andamento del mercato dentale?

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Dental Tribune Italia



Il 2 luglio la presentazione dello Studio di settore UNIDI: Continua il trend positivo del settore dentale, in particolare i comparti produzione ed export. Disomogenei i trend delle diverse famiglie di prodotto nel mercato interno.

L’analisi di settore alla sua 13esima edizione si è tenuta all’NH di Segrate ed è stata organizzata dall’Unidi, presentata dalla Presidente Pamich alla presenza delle aziende produttrici e distributrici e curata dalla Key-Stone e Roberto Rosso. Rinviando ai comunicati stampa, vogliamo qui sottolineare alcuni punti che possono e devono riguardare anche gli operatori di studi e laboratori odontoiatrici per avere un quadro del presente e dell’imminente futuro della propria attività. L’analisi, sempre più attendibile e dettagliata, ha misurato l’andamento del mercato della produzione e della distribuzione, italiano e non solo, e ha fornito degli importanti indici di tendenza, utili per valutare la propria attività e prendere decisioni.
Intanto l’andamento è positivo, ovvero il mercato è in crescita anche in Italia e certamente più che il Pil nazionale. La buona notizia è, dunque, che chi opera in questo settore è ancora fortunato, ha concluso Rosso e non bisogna dimenticarlo.
Per cogliere le opportunità vediamo allora insieme cosa è successo e cosa succederà.
Cosa trascina la crescita del mercato nel settore dentale? Le nuove tecnologie. Citando il comunicato Unidi: «A seguito dei forti investimenti in attrezzature degli anni passati, dovuti in gran parte agli incentivi fiscali, si assiste a una stagnazione delle vendite nelle attrezzature per lo studio anche se quelle per il laboratorio, che includono anche le tecnologie digitali da studio come gli scanner intraorali, presentano una crescita importante. Controtendenza all’interno dell’ambito delle attrezzature sono le tecnologie digitali per la protesi, che registrano una forte crescita, con un trend di quasi + 14%. Ma le tecnologie non crescono solo nel settore della protesi». Sempre più diffuso è l’acquisto di software di varie tipologie. Crescono molto i servizi di produzione digitale customizzata. La vendita di scanner intraorali è cresciuta del 12%, ma nel 2022 potrebbero coprire il 50% degli studi. Crolla la vendita della radiologia 2D a favore della radiologia 3D. Si registra un incremento significativo in ortodonzia di allineatori, ad esempio, mentre il l’implantologia registra una crescita costante, ma disomogenea: il 20% dell’implantologia è erogata dal 6% degli studi. Sono dunque gli studi più complessi che erogano prestazioni di chirurgia implantare.
Non possono dunque essere ignorati o trascurati la crescita esponenziale dell’evoluzione digitale e le caratteristiche dello studio dentistico e del laboratorio che necessitano di un’organizzazione sempre più complessa, all’interno dei quali, talvolta, si assumono ingegneri, anche per sopperire alle carenze formative del percorso scolastico degli odontotecnici, a tutt’oggi un grande punto interrogativo, non rispondendo con un percorso breve ed obsoleto alle nuove esigenze della moderna odontotecnica - come messo in evidenza durante la conferenza.
Tuttavia la vendita di tecnologie impatta certamente sulle capacità dello studio e del laboratorio.
Un tema interessante è che per la prima volta abbiamo assistito a un calo nel consumo del materiale per impronta.
La domanda che Rosso suggerisce agli imprenditori del dentale, sia odontoiatri che odontotecnici, è «tra tre, quattro, cinque anni, come cambierà il mercato e la domanda?» e ancora «quanto io studio o io laboratorio investo davvero?».
Nel frattempo, è utile concentrarsi sull’interessante grafico della Curva di Roger mostrato da Rosso che studia la diffusione delle innovazioni: sempre, ad un certo punto, la diffusione è rapidissima e si colgono immediatamente le caratteristiche di chi per primo acquisterà e chi saranno i ritardatari.
Vale la pena di riportare chi sono e scoprire in chi ci identifichiamo.
- Gli innovatori: entusiasti, amanti delle idee nuove, portati al rischio. Maggiori conoscenze tecniche rispetto ai media, reddito medio alto. Importano le innovazioni nel proprio network.
- I primi acquisitori: visionari, si caratterizzano per la reputazione nei confronti dei loro pari. Profondamente inseriti nel gruppo del sociale, punti di riferimento e opinion leader, acquistano su consiglio dei colleghi, ma potrebbero manifestare gap cognitivi.
- La maggioranza precoce: pragmatici, adozione solo dopo un processo articolato e ponderato di scelta. Sono loro il gruppo numeroso che avvia la diffusione su ampia scala dell’innovazione. La necessità di formazione per il superamento della curva di esperienza diventa strategica.
- La maggioranza tardiva: conservatori, riflessivi, ponderano le scelte sulla base dall’esperienza di altri, quando cioè diviene necessità economica o sociale.
- Ritardatari: scettici, influenzati dalla tradizione, legati al passato e alla ripetitività del comportamento. Adottano solo quando è diventata una pratica corrente standard. Generalmente hanno poche risorse.
Le aziende ovviamente dovranno guardare alla categoria dei pragmatici, che sono quel famoso 34% che segue proprio il momento (2018) in cui siamo noi in Italia (13%). Sarebbe davvero importante che noi capissimo in che categoria ci identifichiamo e se desideriamo o meno invertire la nostra tendenza.
Guardiamo poi il piano delle difficoltà: la curva di apprendimento è di circa un anno. Per questa ragione sarebbe ottimo associare diverse tipi di formazione e supporti (tecnica, psicologica, consulenziale): il 46% di chi ha acquistato tecnologie digitali a distanza di mesi si sente a disagio nell’utilizzo quotidiano.
In ogni caso, se il trend è che il settore dentale cresce molto di più che il nostro Paese, indispensabile che il singolo professionista voglia o, meglio, debba crescere. Tutto cambierà ed esploderà nel giro di 6-7 anni. Ognuno deve capire quando è il suo giusto momento per il proprio cambiamento e investimento, di tempo e denaro, o nel caso l’avesse già affrontato, quale miglioria e innovazione ulteriore fare a livello organizzativo e formativo.
Il numero degli studi diminuisce, per associazionismo o semplicemente per pensionamento: sono previsti in uscita 20.000 dentisti per ragioni pensionistiche.
Quando subentreranno le nuove generazioni, necessariamente, cresceranno le tecnologie.

 

Articolo pubblicato sul Dental Tribune Italian Edition