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03 marzo 2019

L’evoluzione della professione: l'odontoiatra come sentinella della salute

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Alessandro Genitori


Intervista al Prof. Graziani sui rischi della parodontite e delle malattie sistemiche come il diabete per la popolazione, soprattutto quando tali patologie non sono intercettate tempestivamente dal sistema sanitario. In quest’ottica il mondo odontoiatra, tra i sanitari oggi più visti dalla popolazione, può svolgere un ruolo fondamentale.

L’odontoiatria da molti anni conosce la correlazione tra le malattie paradontali e il diabete, ma solo ora sembra esserci una reale presa di coscienza.
Trovo che i tempi siano particolarmente maturi perché la comunità, e non solo quella odontoiatrica o quella degli igienisti, i quali hanno già raccolto da tempo il concetto di cura e prevenzione, ma anche buona parte della popolazione, percepisce oggi il fatto che la salute del cavo orale abbia un’importanza che va oltre il mero distretto ma che riguarda tutto il corpo. Per godere di una buona salute generale non si può più prescindere dalla salute orale. Oggi una comunità enorme di professionisti si sono raccolti nelle società scientifiche, tra cui voglio citare la Società italiana di Parodontologia ed Implantologia ma soprattutto la Federazione Europea di Parodontologia del quale sono un presidente eletto, le quali hanno cercato negli ultimi tempi di fare grandi campagne sanitarie. Questo è stato possibile non solo grazie al fatto che ci sono state delle persone di scienza e dei professionisti lungimiranti, ma anche perché ci sono state delle aziende che si sono mostrate molto sensibili verso questi argomenti. Per esempio, oggi qualsiasi pubblicità di dentifrici non parla più di denti forti ma di gengive sane, portando alla luce il fatto che il sanguinamento deve essere percepito come un campanello di allarme.
L’infiammazione della bocca è un tema importante ed eventi come quelli dell’Istituto Stomatologico Toscano sui rapporti tra l’odontoiatria e una malattia sistemica come il diabete sono fondamentali. Bisogna fare un plauso al professor Ugo Covani poiché un focus così serve a far aprire gli occhi alla comunità soprattutto in tema di prevenzione.

Lei parla di prevenzione, un tema molto caro in questo momento, ma secondo lei c’è una reale consapevolezza circa l’importanza di mantenere sano il cavo orale?
Sicuramente c’è stata un’ evoluzione in questi ultimi 20 anni, a me piace guardare il bicchiere mezzo pieno. Quindi c’è stato un grande cambiamento, c’è grande positività, oggi la prevenzione è un tema molto dibattuto e c’è grande interesse. Poi per quanto riguarda per esempio il diabete, è chiaro che nel momento in cui qualsiasi persona che ha una diagnosi di diabete o prediabete verrà mandata a fare anche una visita del cavo orale, allora si potrà dire di essere arrivati ad un buon punto. Per quanto invece riguarda tutti i pazienti diabetici che ignorano la loro condizione, il pericolo è enorme perché, come sempre succede con le patologie silenti, come per il diabete, ma lo stesso discorso potrebbe essere fatto per la parodontite, in certe situazioni danno segni di sé in stadi molto avanzati. È chiaro che la soluzione è la cultura della prevenzione, ancor più che la diagnosi o lo screening a tappeto.

Che tipo di lavoro a livello parodontale si sta facendo in questo momento a livello di prevenzione?
Come parodontologo devo dire che abbiamo fatto dei passi avanti, per esempio abbiamo rifatto la nuova classificazione della malattia parodontale un anno e mezzo fa a Chicago e abbiamo inserito fra i criteri determinati per la diagnosi anche il controllo glicemico. In quel momento erano presenti alcune personalità come il prof. Robert Genco presente anche al congresso dell’Istituto Stomatologico Toscano e questo passo avanti è stata una cosa voluta da tutta la nostra comunità. Con la consapevolezza che aumentare lo screening medico anche negli studi odontoiatri, anche con delle semplici domande, può dare davvero un grande contributo. Ricordiamoci sempre che l’odontoiatra e l’igienista sono oggi tra le figure sanitarie più viste dalla popolazione.

Un’evoluzione verso studi odontoiatri che siano anche sentinelle della salute?
Ecco, questa è una delle evoluzioni a cui dobbiamo arrivare, è la vera evoluzione della professione. Lo studio odontoiatrico dovrebbe essere un HUB della salute sistemica del benessere del paziente. Per intercettare una patologia a volte basta fermarsi e far compilare correttamente un questionario o fare poche domande in più. Alla fine l’odontoiatra o l’igienista con poche domande intelligenti potrebbero dare un grande beneficio al paziente e alla società.

Dovendo fare un riassunto dello stato dell’arte sull’odontoiatria oggi dinanzi tali patologie, quale sarebbe?
Partendo dal tema del congresso dell’Istituto Stomatologico Toscano, se trattare la parodontite di un paziente diabetico gli permette di tenere i denti in bocca, migliora la sua salute sistemica e diminuisce i costi medici, allora non ci sono controindicazioni al trattamento. Per quanto riguarda il discorso generale, se esistono pazienti diabetici che sono centinaia di milioni al mondo, 400 milioni e probabilmente di 100-200 non diagnosticato, i pazienti con la parodontite al mondo superano il miliardo. Quindi sono due piaghe sociali, sono due malattie croniche, entrambe non curabili. Tuttavia sono patologie che, se controllate, permettono a chi ne soffre di vivere una vita comunque sana ed è quindi un dovere della società e della popolazione informarsi, perché oggi abbiamo le competenze per controllare la maggior parte di questi casi.