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11 febbraio 2019

L’odontoiatra non è un mercante ma un professionista: intervista al Prof. Covani

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Alessandro Genitori



Tenere la bocca in salute con regolari controlli e terapie preventive, nel paziente diabetico rappresenta una terapia del diabete stesso. Questo e molto altro è emerso durante il sesto congresso annuale dell’Istituto Stomatologico Toscano con il tema l’odontoiatria nel paziente diabetico.

Buongiorno Prof. Covani, le vorrei prima di tutto chiedere di presentare questo congresso che pone al centro il diabete con le varie specialità del mondo odontoiatrico.
Il diabete è una patologia in rilevante crescita in tutta la popolazione ed oggi si parla di un 3,6% di persone affette da questa malattia, il che significa che nei nostri studi c’è un numero rilevante di pazienti diabetici. Scopo di questo 6° congresso della nostra Fondazione è quello di sviscerare le implicazioni di tutte le discipline odontoiatriche rispetto al paziente diabetico: quali sono i problemi per l’implantologo, il paradontologo, l’igienista? Abbiamo voluto guardare le problematiche a 360°.

Andando più nello specifico, quale è stato il percorso realizzato in questi giorni?
In definitiva il diabete pone tre problemi di fondo nella pratica odontoiatrica. La malattia facilita le infezioni, e una volta che si stabilisce un’infezione, questa può condizionare negativamente anche il diabete, ed infine tutti i processi di guarigione del paziente diabetico sono ritardati. Si tratta di problemi noti e nell’ambito di questo congresso si è voluto analizzare l’impatto di questi problemi nelle varie discipline nel tentativo di fornire ai partecipanti alcune linee di comportamento. Credo che la formula congressuale necessiti oggi di una revisione per quanto attiene ai temi e alle conclusioni. In futuro per la professione saranno certamente utili gli incontri in cui siano elaborate delle forme di “consensus” fra esperti che possano orientare la professione di tutti i giorni. È in questa direzione che la Fondazione da me presieduta vorrebbe muoversi per il futuro così da elaborare dei documenti che possano essere sfruttati dai partecipanti nella pratica di tutti i giorni.

In tema di prevenzione, quanto è importante il ruolo dell’odontoiatra oggi dinanzi le malattie sistemiche?
Il ruolo dell’odontoiatra è oggi fondamentale e l’odontoiatria deve riappropriarsi del suo ruolo medico, proprio oggi che alcune normative sulla concorrenza hanno talvolta ridotto questa professione ad una funzione troppo mercantile. Non si può non rendersi conto di tutte queste pubblicità fatte di offerte al ribasso, che mortificano l’atto medico e lo riducono ad una compra-vendita di prodotti e prestazioni. Il cittadino deve comprendere che una prestazione odontoiatrica è un atto medico che non può in nessuna maniera essere forfetizzato in una cifra. Per fare un esempio concreto, l’impianto nel diabetico ha molta più complessità e svilirlo con una valutazione puramente economica significa dare al potenziale paziente una informazione sbagliata e sottoporlo ad un aumento del rischio di insuccesso. Una correlazione come questa è a mio avviso in antitesi rispetto a quella di un medico che ha dinanzi un paziente a cui deve restituire la sua funzione masticatoria conoscendo la malattia e le possibili complicanze. Noi odontoiatri non siamo venditori di impianti, ma medici che devono riabilitare la funzione masticatoria e l’estetica del paziente. Questo è un messaggio che deve essere trasmesso chiaro e forte ai cittadini, fuorviati da queste campagne pubblicitarie.

In questa dimensione di confusione tra medico e mercanti dell’odontoiatria, come si fa ad educare il paziente?
Probabilmente è una delle cose più difficili da fare. Noi non dobbiamo arrenderci, ma continuare a comunicare con tutta la popolazione con la speranza che tali messaggi crescano e diffondano una migliore cultura sanitaria. Il ruolo del medico è centrale rispetto all’informazione sanitaria. Il web non può in nessuna maniera vicariare la funzione di educazione sanitaria del medico.
Le persone dovrebbero sviluppare una capacità critica rispetto a quanto si trova in rete, ricordando sempre che la misinformazione e l’inganno abbondano sul Web. Ricordo di aver visto un cartello ironico in cui si diceva: «Se avete già un primo parere da Google, per il secondo noi suggeriamo Yahoo». Al di là dell’ironia, dobbiamo sottolineare che l’educazione sanitaria deve ritornare negli spazi deputati ed essere trasmessa da professionisti opportunamente preparati.

In quest’ottica, quanto è importante l’odontoiatra dinanzi a questo aumento di diabete in atto nel mondo?
C’è una rilevante percentuale di pazienti diabetici che non sa di averlo, ed in questa ottica, come abbiamo visto in questi giorni di congresso, tutto il mondo odontoiatrico può avere un ruolo determinante. Esistono infatti molte lesioni del cavo orale che possono insospettire l’odontoiatra o l’igienista dentale che, sapendole riconoscere, può instaurare un dialogo con il paziente indirizzandolo verso gli approfondimenti diagnostici attraverso un costruttivo dialogo con il medico curante.
Volendo tirare delle conclusioni per la pratica di tutti i giorni, in primo luogo, quando qualcosa non ci persuade ed esistono lesioni che sono frequenti nel paziente diabetico, bisogna interfacciarsi con il medico poiché è possibile trovarsi davanti un diabete misconosciuto. In secondo luogo, quando trattiamo il paziente diabetico bisogna avere chiaro in mente che è un paziente speciale ed è giusto spiegare al paziente in dettaglio quali siano le difficoltà della terapia, dalla malattia parodontale, agli impianti, alle procedure restaurative. Bisogna infine avere coscienza che complicanze infettive ed infiammatorie non solo inficiano il nostro lavoro, ma possono arrivare ad aggravare la malattia diabetica. Da ultimo tenere la bocca in salute con regolari controlli e terapie preventive nel paziente diabetico rappresenta una terapia del diabete stesso.

 

Articolo pubblicato sul Dental Tribune Italian Edition