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14 dicembre 2018

L’immagine dello studio come qualità della professionalità

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.


By Massimo Tiberio



“Dimmi che studio hai e ti dirò chi sei”. Questa potrebbe essere la morale che si evince dalle osservazioni che l’Autore dell’articolo, architetto di vaglia, fa sull’importanza dello studio nell’attività del professionista e sulla sua immagine.

Nell’ambito degli studi medici si sta verificando un cambiamento di impostazione specialmente nell’approccio estetico in cui l’immagine dello studio non è solo apparenza decorativa, ma l’interior design diventa uno strumento comunicativo attraverso cui si possono far passare una serie di informazioni e contenuti in maniera diretta e incisiva nel cliente. Tale immagine diventa quindi un elemento importante e preponderante in fase valutativa del cliente sulla sua professionalità.

Questo nuovo concetto, mutuato dalle teorie del marketing, sta diventato una condizione imprescindibile e sempre più presente nella vita quotidiana e gestionale degli studi medici. In questa accezione l’immagine rappresenta l’idea di professionalità che il cliente ha del professionista, sia l’idea che il medico vuole dare della propria professionalità. Entrambe devono coincidere affinché il risultato di marketing sia ottimale e l’immagine sia elemento di forza a vantaggio del medico; attraverso l’uso consapevole dell’interior design tale coincidenza può essere garantita..

L’interior design diventa quindi l’elemento di veicolazione dell’immagine professionale: uno strumento complesso che utilizza e combina diversi aspetti, ognuno dei quali, se usato con consapevolezza, permette di definire il corretto registro linguistico-estetico congeniale all’idea che si vuole trasmettere del proprio studio e della professionalità. In tale accezione l’interior design non è la semplice realizzazione di un ambiente bello, ma è uno strumento sofisticato da calibrare su dati e informazioni oggettive (che tipo di clientela abbiamo o vogliamo, quali sono le nostre specificità professionali etc.). Dati che si ottengono attraverso alcuni strumenti indagativi tipici del marketing, grazie ai quali si possono calibrare al meglio i vari elementi (colori, materiali, stili) per veicolare l’immagine più corretta.

L’uso dei colori ha una specifica influenza psicologia e interviene anche sulle funzioni bioritmiche del corpo umano. Quindi il saper usare la colorimetria giusta permette non solo di creare ambienti gradevoli ed accattivanti per i clienti, ma anche di intervenire utilmente sulle cure al paziente (ad esempio per il recupero durante e dopo gli interventi chirurgici nello studio).

La scelta della configurazione degli spazi, l’uso di uno stile d’arredo piuttosto che un altro, l’applicazione delle teorie della prossemica e della cinestatica permettono di definire spazi a dimensione di una specifica utenza o realizzare ambienti caratterizzati da atmosfere. Là dove i clienti si possano sentire a proprio agio o in grado di creare stimoli visivi ed emotivi per distrarre e/o coinvolgerli evitando (o diminuendo) le componenti emotivo-psicologiche tipiche “dell’attesa dal dentista”.

Anche i materiali usati hanno un enorme potere evocativo e permettono di delineare la corretta immagine: non solo possono esprimere diverse sensazioni, ma intervengono significativamente sull’igiene reale e/o percepita dello studio; nanotecnologie, materiali antibatterici e materici tutti elementi che, se scelti con attenzione e sapienza, non solo aiutano a definire il corretto registro linguistico percepito dall’utenza, ma intervengono significativamente a facilitare ed assicurare da un lato la facile manutenzione e dall’altro l’igiene e la salubrità dello studio.

Permettendo di curare adeguatamente in ambienti accoglienti e confortevoli, il corretto interior design calibrato sulle specifiche policy dello studio diventa quindi parte della cura stessa nonché sinonimo di qualità e sua garanzia.