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24 settembre 2018

Il successo dello studio passa attraverso una forte identità e un management che guarda al futuro

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Dental Tribune Italia



Questa è la morale che si può trarre dal secondo Congresso del Management di Carrara organizzato dalla Tueor Servizi al Centro Congressi di Marina di Carrara il 21 e 22 settembre scorso. Di solito per valutare la riuscita di un Congresso ci si affida ai numeri, che anche stavolta hanno arriso alla seconda edizione dell’evento.

Questa volta, all’indice di successo quantitativo, se ne potrebbe aggiungere un altro, sociologico/didattico, per così dire, definibile come “il clima congressuale”. Non atmosferico, ovviamente, ma quello che vede durante e alla fine tutti, relatori e pubblico, soddisfatti. I primi per aver trasmesso nozioni ed esperienze adeguate e quindi utili alla platea, che a sua volta realizza il sogno costante di ogni partecipante: tornare a casa (pardon, allo studio) con un bagaglio professionale (ed umano) immediatamente spendibile, quale sia il livello della piramide odontoiatrica uno sia collocato.

Del resto il congresso è stato incentrato sull’identità, e su questo tema hanno risposto in modo esauriente tutti i relatori, ognuno nel suo ambito specifico. Per non rischiare di sprecare tempo ed energie e seguire una direzione senza ripensamenti, il cambiamento deve diventare un progetto, che ha un punto di partenza: chi siamo e qual è il nostro sogno per il futuro. Così si crea un obiettivo e a ritroso si considereranno, con l’ausilio di consulenti, i più adeguati a se stessi, quali investimenti, trasformazioni o implementazioni richieda lo studio e la professione e se “ne valga la pena”, per avere un profitto sufficiente e convincente per realizzare i propri obiettivi personali, ma anche il tempo libero (come sottolineato da Andrea Grassi, che ha presentato nel corso di un aperitivo il suo ultimo libro “Fuori dai Denti”). Brand identity allora non sarà un’espressione “modaiola”: immagine, organizzazione e clinica troveranno forza e coerenza, nel rispetto delle differenze di tutti. Un progetto forte, che parte da chi siamo e cosa vogliamo ottenere, è l’unico in grado di rafforzare la competizione differenziandosi, perseverare nei momenti difficili, avere un team adeguato e collaborativo.

Se dal titolo si arguisce che l’evento era soprattutto indirizzato ai dentisti, pur sempre e inevitabilmente “imprenditori”, si è confermata la percezione che sia il “Congresso del Team”: igienisti, assistenti e segreteria hanno a loro volta potuto avvalersi, nelle sessioni plenarie e nei workshop, di nozioni ed esperienze preziose.

Preziose perché teorico pratiche: come i casi prospettati da Gabriella Grassi, soffermandosi sull’estetica in odontoiatria e sulla clinica del benessere. Casi “pratici”, cioè visibili, di successo. Pratici ad esempio, i chiarimenti sul nuovo contratto di lavoro (Sebastiano Rosa, Paolo Barbaglia e Fulvia Magenga, Giovanna Gentile), il corso monotematico sulla “gestione del tempo e dello stress lavorativo” di Patrizia Cascarano (4 ore e 150 persone), i chiarimenti sulla non ben nota legge sulla privacy sviscerati da Ivan Tosco, e «da non prendere – ammonisce – assolutamente sotto gamba», i suggerimenti di Federico Ghironi sulla vendita del piano di cura e sul ruolo della segreteria.

La novità che ha contribuito notevolmente alla riuscita del 2° Congresso di Carrara, oltre naturalmente, al valore dei relatori, imprescindibile fattore di riuscita di ogni evento, è stata il dividerlo, grosso modo, in aree, dalla nota dominante: quella giuridica, psicoarchitettonica, economica o anche “statistico futuribile”.

Di futuribilità hanno parlato infatti in apertura Aurelio Gisco, constatando il cambiamento del “health care” e i suoi riflessi innovativi sul dentale, Maurizio Quaranta (modelli di business e di organizzazione giuridica del presente e del futuro) e Roberto Rosso (quantificazione di valore attuale e futura nello studio dentistico), Edoardo Lambertucci (trasformazione digitale ed efficienza operativa), Sonia Volpe (gestione informatizzata del magazzino), Piero Trabalza (il business della prevenzione), Luigi Rubino (evoluzione digitale della cartella parodontale). Concludendo il congresso Luca Vigano, con trasporto, ha ipotizzato il mutevole trasformarsi degli studi, oggi tradizionalmente odontoiatrici, in studi di Medicina orale «dove non si ottureranno solo i buchi dei denti» come ha detto un po’ provocatoriamente, ma si guarderà sempre di più alle ormai consolidate interrelazioni tra malattie della bocca e altre come diabete, cardiovascolari, oncologiche, individuabili un domani (altro futuribile) grazie ad un semplice esame della saliva.

Come non pensare ancora al futuro dello studio stando alle relazioni di Emanuele Ramera, Carola Murari e Massimo Tiberio, che da diversi approcci (psicologico ed architettonico) si sono dilungati sulla identità o differenza per affermarsi nel tempo, sui colori dello studio e sugli adeguamenti dell’arredo in funzione della compliance del paziente e dell’immagine stessa dell’ambiente professionale, mentre Michele Cassetta ha affascinato il pubblico in un viaggio nelle neuroscienze applicate alla prima visita al paziente.

Nell’area giuridica, dopo l’ampia dissertazione di Mario Turani, si è parlato addirittura di un “Pronto soccorso giuridico preventivo” (Stefano Fiorentino) a quei professionisti che impegnati nel loro delicato ruolo di professionisti della salute, non sanno (o non riescono) a seguire le novità legislative ad hoc, dove l’ignoranza della legge “non excusat”. Di qui l’allertamento, raccomandato da Fiorentino, ad un possibile (e del tutto inaspettato) arrivo dei NAS in studio, con tutto quello che questo comporta.

Di professionisti non sufficientemente allertati alle insidie della legge ha parlato anche Alfredo Piccaluga, commercialista, che ha ammonito la platea a non scordarsi mai della presenza dell’ineliminabile, eterno “convitato di pietra”, l’Erario, invitando la platea alla consultazione preventiva dell’esperto. Le sessioni parallele hanno consentito al team di scegliere gli argomenti di maggior interesse per il proprio aggiornamento, implementando le proprie conoscenze, anche partecipando come team in contemporanea ad argomenti diversi.

I workshop hanno consentito di avvicinare i partecipanti a metodologie pratiche (comunicazione, controllo gestione, siti internet, gestionali, marketing, metodi organizzativi e di successo) a cura dei consulenti sponsor dell’evento, con relatori di grande calibro (M. Rossini, M. Micheletti, F. Cellino, A. Grassi, R. Iarlori, F. Fuentes, P. Selmi) e spesso alternative l’un l’altra, nello spirito pluralistico del congresso che ha come mission dare la possibilità ai partecipanti di scegliere tra scuole di pensiero diverse.

Nonostante l’intenso programma i moderatori, Roly Kornblit, Fabio Incerti e Massimo Boccaletti hanno contribuito insieme ai relatori e ai partecipanti alla puntualità, giusto ingrediente di un evento.

Infine una conviviale cena sociale, con il taglio della torta “10 anni Tueor Servizi” ha confermato il clima di amicizia, anche dei nuovi partecipanti (circa il 60 per cento dei congressisti).

Il congresso dà l’arrivederci alla terza edizione 2019.



Articolo pubblicato su Dental Tribune Italian Edition