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30 giugno 2018

Qualità percepita e qualità veicolata attraverso l’interior design dello studio

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By Massimo Tiberio



In una società connessa dove le informazioni vengono formandosi prima attraverso l’on-line e poi (magari) verificate con il live, non esiste più una tendenza stilistica prioritaria-duratura e lo stile non serve a definire solamente ambienti estetici, ma, sempre più, permette (anche per vie subliminali e al primo colpo d’occhio) di raccontare chi si è: le proprie caratteristiche specifiche e la propria qualità tecnico-professionale.

Come elemento di veicolazione dell’immagine professionale l’interior design è uno strumento complesso che utilizza e combina diversi aspetti, ognuno dei quali deve essere usato con consapevolezza, per definire il corretto registro linguistico-estetico congeniale all’idea che si vuole trasmettere del proprio studio e della propria professionalità.

L’uso dei colori ha una specifica influenza psicologica ed interviene anche sulle funzioni bioritmiche del corpo umano, quindi il saper usare la colorimetria giusta permette non solo di creare ambienti gradevoli ed accattivanti per i clienti, ma anche di poter intervenire utilmente per il recupero durante e dopo gli interventi impegnativi e/o chirurgici dello studio.

La scelta della configurazione degli spazi, l’uso di uno stile d’arredo piuttosto che un altro, l’applicazione delle teorie della prossemica e della cinestatica permettono di definire gli spazi a dimensione di una specifica utenza o di realizzare ambienti caratterizzati da atmosfere in cui i clienti si possano sentire a proprio agio o di creare stimoli visivi ed emotivi per distrarre e/o coinvolgere il clienti evitando (o diminuendo) le componenti emotivo-psicologiche tipiche “dell’attesa dal dentista”.

Anche i materiali usati hanno un enorme potere evocativo e permettono di delineare la corretta immagine: essi non solo possono esprimere diverse sensazioni, ma intervengono significativamente sull’igiene reale e/o percepita dello studio. Nanotecnologie, materiali antibatterici e materici sono elementi che, se scelti con attenzione e sapienza, non solo aiutano a definire il corretto registro linguistico percepito dall’utenza, ma intervengono significativamente ad assicurare da un lato la facile manutenzione e dall’altro l’igiene e la salubrità dello stesso studio.

Il corretto interior design calibrato sulle specifiche policy dello studio permettendo di curarsi adeguatamente in ambienti accoglienti e confortevoli diventa, quindi, parte della cura stessa nonché sinonimo di alta qualità di vita e sua garanzia.

 

Articolo pubblicato su Dental Tribune Italian Edition