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06 luglio 2017

L’adherence ai protocolli operativi di prevenzione con approccio clinico D-BIOTECH

L’industria degli eventi e della Live Communication lancia un grido di allarme: servono aiuti concreti alle aziende e un piano di ripartenza
Milano, 27 aprile 2020: senza eventi, concerti, convention, congressi, fiere, il nostro Paese perde visibilità nel mondo, fatturato interno e mette a rischio una industry che raccoglie circa 570mila lavoratori.
Un grido d’allarme che arriva non solo dalle voci note di Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Laura Pausini, ma soprattutto da agenzie, associazioni e imprese del mondo degli eventi, dei congressi e della Live Communication, che si sono riuniti sotto l’hashtag #ItaliaLive, un progetto che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una grave crisi economica e sociale che sta attraversando il settore.

By G. M. Nardi

 

Se vuole produrre salute per il paziente in prevenzione primaria, secondaria o terziaria, il professionista deve occuparsi di wellness, utilizzando quella che nell’approccio clinico da sempre diventa fondamentale per ogni operatività: la buona comunicazione.

In latino communication-onis ha come significato trasmettere ad altro, rendere partecipe qualcuno di un contenuto, creare una relazione complessa di carattere, cognitivo, spirituale, emozionale operativo, in un rapporto privilegiato ed interattivo. Nelle scienze umane e sociali, dette anche della comunicazione e del comportamento, la comunicazione diventa trasferimento dell’informazione contenuta in un segnale attraverso un mezzo (o canale) a partire da un sistema (promotore) ad un altro (recettore).

Se dotato di significato il segnale di comunicazione provoca una reazione nel recettore. Quella non verbale (o analogica) contrapposta alla verbale (o digitale) è fatta dall’insieme dei segnali extra-linguistici mimici, cinesici, tattili, ecc., latori di informazione o significato nelle relazioni umane. Le evidenze scientifiche hanno permesso di sviluppare delle tecnologie sofisticate per un più facile management della pratica clinica preventiva in odontostomatologia. Tra gli strumenti utili per implementare una perfetta adherence ai protocolli operativi domiciliari migliorando il timing e l’efficacia delle operatività dei protocolli professionali, è doveroso annoverare i rivelatori di placca.

La tecnologia ne ha espresso differenti tipologie: alla eritrosina, che esprime il rivelatore monotonale (presenza o no di placca) bitonale (placca batterica di nuova o vecchia formazione) tritonale (placca batterica di nuova, di vecchia formazione e presenza di batteri acidi) e il rivelatore alla fluorescina, che prevede l’uso di una lampada fotopolimerizzante. Per eseguire l'approccio clinico che abbiamo definito D-BIOTECH (Dental BIOfilm Detection Topographic Tecniche) l’operatore deve osservare la topografia del biofilm batterico presente e condividerlo con il paziente in modo da avere una comunicazione non verbale del rivelatore utile per il rinforzo motivazionale del paziente, per migliorare l’efficacia dell’igiene orale domiciliare nei siti più ritentivi, e successivamente scegliere secondo un approccio TBM (Nardi G.M., Sabatini S., Guerra F., Tatullo M., Ottolenghi L, Tailored Brushing Method (TBM): an innovative simple protocol to improve the oral care. J Biomed 2016; 1:26-31) le tecnologie di spazzolini e scovolini o fili più idonei, al di là del movimento che il paziente sarà in grado di fare in maniera più consona alle sue capacità manuali.

La metodica D-BIOTECH è applicabile nella Terapia Parodontale Non Chirurgica, come approccio clinico meccanico o manuale nel deplaquing e nel debridment. Tale approccio permette di eseguire un lavoro minimamente invasivo poiché l’operatore può strumentare con polishing selettivo, airpolishing, ablatori o strumentazione manuale seguendo esclusivamente la topografia del biofilm batterico, poiché intercetta visivamente i siti più a rischio di infiammazione attraverso la colorazione del rivelatore. La comunicazione non verbale visiva di questo approccio clinico nuovo permette un lavoro sicuramente più ergonomico per l’operatore, che sceglierà lo strumento o la tecnica operativa più performante, a seconda della topografia del biofilm batterico.

Sulla metodica è in arrivo una pubblicazione scientifica dell’Università Sapienza di Roma. Nei precedenti protocolli di igiene orale domiciliare davvero pochi erano i professionisti che indicavano soprattutto al paziente in età pediatrica l’uso della compressa rivelatrice come strumento motivazionale. I rivelatori liquidi non sono stati inseriti come meritavano nel kit di igiene orale necessario, tanto che alcuni brand di importanti aziende hanno ritirato dal mercato quelli ad uso domiciliare.

 

Articolo pubblicato su Dental Tribune Italian Edition